TEMPLE OF BRUTALITY: LETHAL AGENDA
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11/08/2006Funziona male il nuovo giocattolo di Dave Ellefson, illustre ex bassista dei Megadeth. I Temple Of Brutality sarebbero un supergruppo, ma di super hanno ben poco stando alla proposta presente in questo "Lethal Agenda". E, sinceramente, definirlo super considerati i nomi che fanno parte del progetto(Ellefson a parte), è alquanto esagerato, a meno che suonare con Belladonna(Peter Scheithauer, il chitarrista), essere il singer dei 13-A(Todd Barnes), ed avere un passato nei Wasp(Stet Howland), debba a tutti i costi assegnare la patente di "grande". Ma al di là della campagna promozionale ruffiana, la sostanza non cambia. I poco oltre trenta minuti racchiusi in dieci brevi canzoni non sono altro che un concentrato di Pantera e Sepultura rivisto da molto vicino. Suoni spudoratamente vecchi fanno a pugni con una produzione scarna, piatta, incapace di vitalizzare brani che almeno a livello d'impatto protrebbero giocarsela alla pari con ogni altra band "estrema" in circolazione. Invece, ci si ritrova tra le orecchie un disco pesante da digerire, senza idee, e senza un minimo di personalità che per un band esperta(non super) non dovrebbe risultare così faticoso espremire. Qualche brano si salva. "Already Dead" fa la sua porca figura, e qualche bel pugno in faccia lo si becca di tanto in tanto, ma quando riesci a schivare tutti gli altri, lenti e scontati, la partita la vince chi ascolta. E per il vinto non rimane che tornarsene a casa e riflettere se continuare o meno. Vedremo mai un altro disco targato Temple Of Brutality in futuro? Se così sarà, si spera con altre motivazioni, e con ben altre pretese.
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