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SUFFOCATION: SUFFOCATION

data

23/10/2006
85


Genere: Death Metal
Etichetta: Relapse Records
Anno: 2006

Tremate, tremate i Suffocation son tornati. Quando Terrance Hobbs decide di rimettersi gli occhiali da docente con cattedra ad Harvard e di scrivere un nuovo capitolo non ce n'è per nessuno. E sì che questo "Suffocation" esce in un periodo non così felice per il Death Metal: un genere che sembrava rivivere una seconda vita, con la scena canadese a guidare un manipolo di nostalgici che diedero un nuovo sussulto prima di tornare nuovamente nell'oblio (giustamente, visto la tremenda noia che suscitano un buon 90% delle uscite). La storia ha dimostrato quindi di ripetersi; e si ripete anche nel caso dei Suffocation, band rimasta ferma per 9 anni proprio negli anni di magra per poi tornare alla grande quando il genere era in piena rivitalizzazione. Se il precedente "Souls To Deny" era un disco qualitativamente valido ma stilisticamente "distante" dal sound cardine dei Suffocation e più vicino al percorso cominciato con "Despise the sun"; "Suffocation" assomiglia più ad un Atto II di "Pierced From Within", l'album che per un insieme di fattori rappresenta forse l'apice assoluto raggiunto dalla band. Un Hobbs in stato di grazia guida l'intricato tessuto chitarristico dove Mike Smith può sfogare tutti i bpm che ha in corpo: "Abomination Reborn" e "Blind Torture Kill" andrebbero fatte ascoltare a tutti quei gruppi estremi che costruiscono un pezzo su un riff e un paio di armonici, chissà che finalmente non appendano le chitarre al chiodo. "Prelude To Repulsion" è la rappresentazione di quel lemma che sullo Zingareli viene definito come "brutalità", e non sfigurerebbe di certo in quell'ammasso di pulsante violenza che è "Effigy of the forgotten". Poco importa se un disco del genere poteva uscire benissimo una decade fa, in quanto non presenta particolari elementi di modernità (ma quali poi?), questo è quello che tre di questi personaggi hanno dato alla luce in una sala prove di New York quando erano poco più che ragazzini. Questo è quello che ad Oxford si chiama "spaccare il culo". "Souls To Deny" era stato un ritorno in grande stile. "Suffocation" non solo ne segue la linea, ma supera di gran lunga tutte le più rosee aspettative.

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