STYX: Crash Of The Crown
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07/07/2021La grande bellezza. Una rentrée lussuosa per i prìncipi del pomp rock americano, che certifica il loro status tra gli assoluti champion del genere. ‘Crash Of The Crown’ si presenta come un’opera magna, da riporre nella teca delle meraviglie accanto ai capolavori realizzati tra il 1975 ed il 1979 (da ‘Equinox’ a ‘Cornerstone’). Sfavillante: un album dalle sonorità fresche ed attuali che fotografa una band in grandissima forma sotto ogni aspetto, che non ha perso il gusto nel rivestire ogni singola canzone con l’abito più adatto. L’esperienza e la classe innata rappresentano due fattori preponderanti e gli Styx ne hanno da vendere: arrivare alla soglia dei 50 anni di carriera (il prossimo anno) e registrare un gioiello come ‘Crash Of The Crown’ ha qualcosa di grandioso. Ritroviamo tutto ciò che abbiamo già profondamente apprezzato del gruppo di Chicago nel corso della loro lunghissima storia: copiose ed affascinanti melodie, celestiali intessuti vocali, retaggi progressivi perfettamente oliati con strati di regale pomp rock e non ultime le singole performance di ogni membro. Se il precedente ‘The Mission’ non aveva soddisfatto pienamente le aspettative, gli Styx hanno posato un’ulteriore pietra miliare del loro passaggio, che in soli pochi giorni ha già raggiunto ragguardevoli risultati di vendita in tutto il mondo. Impossibile, infine, non citare lo straordinario drum work realizzato da Todd Sucherman, probabilmente unico superstite tra i batteristi della vecchia guardia in grado di mettere al centro del progetto il suo strumento, come purtroppo è sempre più raro ascoltare in ambito hard & heavy.
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