STONE LAKE: WORLD ENTRY
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01/07/2007Gli svedesi Stone Lake giungono al loro secondo album con questo World Entry e puntano a crearsi un loro preciso spazio nell'ambito di un metal melodico frutto dell'unione delle menti e del lavoro di Jan Åkesson e Peter Grundström. L'album, finito di registrare nel 2006, vede la luce per l'etichetta Metal Heaven e in questi giorni lo troveremo nei negozi italiani commercializzato tramite la Frontiers. Queste nove tracce, otto più una bonus per il mercato europeo, ricalcano fedelmente lo stile più classico del genere e hanno qualche rimando al passato dei due leaders: sporadiche presenze stile hard rock, genere da loro proposto in precedenza con il gruppo Whitelight. E forse proprio qui sta il problema di World Entry, ben suonato e arrangiato ma altrettanto poco innovativo e, se comunque il risultato è orecchiabile e apprezzabile, alla fine tende a non lasciare il segno con il rischio di accantonare il cd in favore di uscite di più alto spessore. Il disco da l'idea di essere ancorato ad un metal melodico anni ottanta, però proposto in modo troppo semplice e pulito per poter dare un colpo in più a delle canzoni discrete. Il risultato è un album fatto di pezzi che non riescono a fare il salto di qualità ed emergere: potrebbe piacere ai puristi del genere, ma anche per loro sicuramente ci sono scelte migliori. Peccato perchè l'impegno non manca di certo ai quattro scandinavi, ma purtroppo in un mercato musicale già affollato bisogna riuscire a dare un tocco in più per distinguersi, non basta "far bene il compitino". Fra le varie tracce posso dire che a mio parere risaltano "World Are Not Enough", che ricorda Bon Jovi dei tempi andati, e Cold Blood classica ballata molto lineare nei suoni e nel cantato. Per concludere segnalo che il batterista Jaime Salazar a maggio di quest'anno ha lasciato il posto al collega Jens Westberg all'interno degli Stone Lake.
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