STEADLUR: STEADLUR
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16/05/2009Provengono da Atlanta. Sono incazzati, ma ruffiani. Ribelli, ma sanno conquistarti a colpi di melodia. Gli Steadlur sono un quartetto giovane capitanato dai fratelli omonimi e riescono nell'impresa di sintetizzare in modo spettacolare il vecchio rock'n'roll con le nuove tendenze. Aerosmith, Skid Row, ma anche Alter Bridge e qualcosa del punk melodico americano targato anni '90. Ma non lasciatevi ingannare dalle definizioni, che spettano più per "dovere di cronaca" che per altro. Immagino già i vecchi rocker storcere il naso leggendo certe etichette, ma fidatevi, gli Steadlur vanno molto oltre. Svecchiano il passato guardando al presente, e lo fanno senza mai perdere di vista le traiettorie tracciate dalla cosiddetta "old school". Scanzonato, divertente ed alla stesso tempo intenso, "Steadlur" è un concentrato di pura energia che riserva diverse sorprese sul piano del songwriting a cominciare dalle melodie. Bridge e ritornelli si fanno apprezzare per la loro freschezza e per la loro immediatezza. Ti entrano subito nella testa e dopo due ascolti ti ritrovi lì a canticchiarli senza neanche accorgertene. Brani quali "My Mom Hates Me", "Whisky And Woman" e "Livin' A Lie", ad esempio, non fanno prigionieri. Sterminano qualsiasi altra cosa ti stia passando per la testa e si impongono grazie alla loro esuberante positività. Oltre ad approdare anche su lidi emotivamente più intensi, ovviamente. Come nel caso di "Angel (On The Wrong Side Of Town)", ballad a tratti struggente che si contende assieme a quelli nominati sopra la palma di brano migliore del disco. Sul piano strumentale c'è poco da segnalare. Certo non è questo né il loro forte, né tanto meno loro desiderio imporsi sotto questo aspetto. I ragazzi badano al sodo e lo fanno curando al massimo gli arrangiamenti vocali con cui ti catturano di primo acchito. Qualcosa da sistemare c'è sicuramente, ma siamo su livelli veniali: "Steadlur" sa come prendervi a calci in culo sorridendo maliziosamente, brano dopo brano, melodia sopo melodia. E se questo è soltanto l'inizio, allora è lecito aspettarsi grandissime cose da questi ragazzi cresciuti a pane e rock'n'roll, figli di quella parte di società meno fortunata che sta oggi restituendo loro quanto meritano.
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