ENEMIES SWE: BEHIND ENEMY LINES
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17/11/2005C'è un vecchio luogo comune, che dice che il Rock'n'Roll è per sua natura brutto, sporco, grezzo e cattivo. Solo che ascoltando gli Enemies Swe ci si accorge che a volte non è affatto un luogo comune... i cinque svedesi, pesantemente influenzati dai Guns'n'Roses di "Appetite For Destruction", ma senza per questo perdere in personalità, sparano undici brani devastanti, sembrano incazzati col mondo (e forse lo sono anche...), picchiano come dannati... ma con classe. Ed ecco che allora in mezzo alla violenza di "Powertrain", di "Enemy" o di "Mainstream King", spuntano fuori accenti county-blues (chi ha detto Aerosmith?) in "Sliced And Diced", o inaspettati rallentamenti quasi Sabbathiani nella strofa di "Nasty Idol". Molto buone anche la simil-punk "Elvis In Brooklyn" e la rockeggiante "Superstar". Calano invece di tono, purtroppo, "Glam Star Cabaret" e "Back With The Bullets", canzoni piuttosto banali e scialbe; per fortuna si risale alla grande con le irresistibili "Hello Hell" e "Rock'n'Roll School", che conclude l'album. Tecnicamente la band è ineccepibile, e a far la parte del leone troviamo il singer Rickard Andersson, dotato di un timbro roco e "fumoso" che ben si addice allo stile del gruppo. Ottima anche la produzione, che mette in risalto la "sana cattiveria" dei cinque svedesi.
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