SODOM: THE FINAL SIGN OF EVIL
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30/09/2007A distanza di più di vent’anni dall’uscita originale, i Sodom (o meglio, Tom Angelripper) decidono di riregistrare il seminale “In The Sign Of Evil”, arricchendolo di ben sette brani inediti che avrebbero dovuto far parte del disco già all’epoca, rendendo finalmente compiuto il progetto originale; le peculiarità di “The Final Sign Of Evil” sono sostanzialmente due. In primis, la comparsa della line-up originale. Via dunque, almeno per ora, Bernemann e Bobby per rivedere Witchunter dietro le pelli e Violator alla chitarra. In secondo luogo, a differenza della ormai pletora di band che riregistrano vecchi brani (con eccezione dei Testament), la resa sonora è perfettamente identica a quella dell’epoca. “The Final Sign Of Evil” esce dunque dal recinto delle semplici re-recorded session per entrar a far parte delle operazioni filologiche. Partiami dai pregi; i pezzi ‘inediti’ si rivelano buoni e senz’altro altezza dei classici che li accompagnano, in particolare “Bloody Corpse”, “Ashes To Ashes” e “Defloration”. Risentire “Blasphemer”, “Witching Metal” e “Outbreak Of Evil” è sempre emozionante, ma l’intero disco funziona malissimo per il semplice fatto che siamo nel 2007, non nel 1984, e scoprire con orrore che la qualità non è poi dissimile da quella del proprio demo registrato in cantina non è il massimo. Sicuramente i fan dei Sodom non si lamenteranno, ma credo che a conti fatti l’operazione “The Final Sign Of Evil” si riveli un grosso buco nell’acqua.
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