SLAYER: DIABOLUS IN MUSICA
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22/05/2006Dopo un album piuttosto distante dagli standard a cui gli Slayer avevano abituato i propri fan, era lecito attendersi con questo settimo full lenght una netta ripresa da parte della band californiana. Ed è innegabile che una ripresa, almeno parziale, ci sia stata: certo siamo ancora lontani dagli impareggiabili lavori pubblicati quando c’era ancora Lombardo in formazione, ma adesso gli Slayer stanno ricreandosi una nuova identità capace di fondere insieme al classico thrash anche soluzioni più orientate all’hardcore più estremo (amore mai rinnegato dalla band) e non devono quindi destare troppa preoccupazione episodi meno riusciti di altri (“Love To Hate”, “Desire”). Anche perché l’inizio è dei più incoraggianti: il lento incedere dell’intro di “Bitter Peace” è un invitante preambolo a quello che sarà un brano crudele, in cui è riconoscibilissimo il trademark del gruppo. Non meno rabbiosa la successiva “Death’s Head”, anche se decisamente più vicina al nuovo corso intrapreso dallo storico quartetto. In un disco dove quasi tutto il songwriting è ad opera di Jeff Hannemann, l’altra ascia Kerry King riesce comunque a ritagliarsi un proprio spazio, grazie ad un paio di lyrics, come sempre terrificanti (tra cui “Perversions Of Pain”), e alla completa stesura di “In The Name Of God”, uno dei brani più pesanti e innovativi. Ovviamente qualche fan di vecchia data sarà rimasto ancora deluso da “Diabolus In Musica”, ma oggettivamente non si può certo parlare di questo lavoro come di un disco che esuli completamente dalla tradizione degli Slayer: è un prodotto discreto, frutto di un’evoluzione naturale, inevitabile dopo quindici anni di storia.
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