SKELETOON: Nemesis
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10/10/2020L'avvento degli SkeleToon quattro anni fa ha portato senz'altro una ventata d'aria fresca alla scena power metal: con i loro primi album si sono infatti messi in evidenza per uno stile certamente parecchio influenzato da act classici del metal teutonico (i vari Helloween, Gamma Ray, Primal Fear, passando per Edguy, Avantasia, ecc.), ma comunque contraddistinto da una dose d'ironia, una personalità d'impronta italica e uno spirito nerd, tanto che loro stessi definiscono la loro musica come "nerd metal". Come di recente hanno fatto i Gloryhammer, per questo loro nuovo concept, intitolato "Nemesis", gli SkeleToon sono andati, da perfetti nerd (ovviamente usiamo anche noi questo termine in senso scherzoso), a lanciarsi in una saga fantascientifica, di cui questo disco rappresenterebbe il primo capitolo. In realtà, la nostra sensazione è che, dopo i primi bellissimi tre album, gli SkeleToon comincino ad accusare qualche calo d'ispirazione: ormai la loro formula è abbastanza nota, le loro influenze del power tedesco sono sempre più lampanti e totali, nè ci sono particolari picchi della geniale follia che ogni tanto affiorava nei lavori precedenti. Va chiarito che le canzoni sono indubbiamente gradevoli e la produzione eccellente come sempre, però quando ci si ritrova di fronte all'ennesimo brano con ritmi veloci sparati sulla doppia cassa e voce altissima, con tutto l'amore che si può avere per il genere, la loro proposta comincia ad apparire sin troppo scontata e prevedibile, facendo affiorare un po' un senso di stanchezza. Giusto per fare qualcosa di diverso, viene inserito anche un brano in italiano, il rapsodiano "Il Tramonto Delle Ere", mentre "Arcana Opera" è un brano di oltre otto minuti, nel quale canta anche Giacomo Voli, con un intermezzo atmosferico e carico di feeling. Come di consueto, oltre al singer dei Rhapsody Of Fire, ritroviamo anche altri diversi ospiti per dare maggior lustro al platter, tra cui menzioniamo Alessandro Conti (in "Will You Save All?"), Melissa Bonny (nella title-track), Alessio Lucatti, Roberto De Micheli e Bill Hudson. Nel finale, c'è spazio anche per una cover, la celebre "Carry On" degli Angra, sentito omaggio al compianto Andrè Matos. In conclusione, gli SkeleToon realizzano ancora una volta un buon disco, curato in ogni dettaglio e realizzato con assoluta professionalità: allo stesso tempo, sembrano essere entrati però nel pericoloso tunnel del classico gruppo che sforna ogni anno o quasi degli album fotocopia e troppo devoto alla versione classica di un genere, che invece sta dimostrando di cercare di rinnovarsi un minimo. In realtà, proprio gli stessi SkeleToon, come dicevamo in apertura, sembravano poter essere annoverati tra i protagonisti di questo processo, mentre con questo disco sembrano invece compiere in tal senso alcuni decisi passi indietro.
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