SILENZIO PROFONDO: Silenzio Profondo
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11/02/2018L'heavy metal nella forma più tradizionale e genuina, che sembrava essere oramai morto e sepolto, sembra in qualche modo dare significativi segni di risveglio grazie ad un lavoro di apprezzabile qualità da parte dei Silenzio Profondo, band proveniente dalle nebbiose lande della pianura Padana, precisamente in provincia di Mantova, che a partire dal 2007 aveva realizzato tre EP ed oggi, dopo un lunghissimo periodo di assestamento riesce a pubblicare l'agognato esordio su lunga durata, e lo fanno in una maniera certamente non delle più semplici, ossia abbinare l'hard & heavy con un cantato in italiano un po' sulla scia di quanto avvenuto con la Strana Officina (pionieri del metal cantato in italiano alternato all'inglese) nel corso degli anni '80. Grosso modo ci si muove su un indirizzo stilistico abbastanza simile, con Iron Maiden e Saxon fonti primarie di ispirazione a cui si aggiungono qua e là alcuni passaggi più trasheggianti in stile Megadeth. Ne viene fuori un sound diretto, all'insegna della scorrevolezza, con la voce pulita di Maurizio Serafini che si inserisce perfettamente sui brani che sviluppano un bell'impatto melodico senza comunque lesinare niente in termini di grinta, in particolare nell'heavy'n'roll “Jack Daniel’s” e nella saxoniana "A Stretto Contatto", ma comunque il singer si comporta piuttosto bene in tracce più strutturate quali "Terzo Millennio" e la doomeggiante "Donna Senza Testa" che fra l'altro mettono in luce testi tutt'altro che banali. La produzione non sarà eccelsa, ma risulta adeguata per apprezzare le caratteristiche di un album che ha nella varietà dei brani uno dei punti di forza, mostrando una band che presenta i requisiti necessari per dire la sua quantomeno in ambito nazionale, a cui possiamo consigliare soltanto di evitare eccessive citazioni dei grandi del passato (ad esempio nella title track finale i richiami ai Maiden si rivelano un po' troppo sfacciati).
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