SHY: Shy
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11/10/2011Chi ci ha guadagnato di più, Tony Mills ad andare nei TNT, oppure Lee Small ad entrare negli Shy? Assolutamente il secondo! Se Mills affonda con le imbarazzanti release di un bollito Le Tekro, l'anima della band britannica, Steve Harris (chitarrista, nessuna relazione con il bassista dei Maiden), sforna un vero e proprio discone! La band non cade in fallo assumendo un clone di Mills, ma fidandosi delle doti di Small il quale, pur non raggiungendo le ottave del biondo singer albionico, ha carattere colori e stile unici. Si può accostare ad un Paul Laine misto ad un David Readman, veramente una gran sorpresa, anche se nei dischi della sua band precedente, i Surveillance, già era chiara la pasta di cui era fatto quest'uomo. Venendo alla musica, finalmente per quel che concerne composizioni, pomposità e produzione, ritroviamo i veri Shy, grandiosi ed unici, un disco che non stanca, che appassiona ad ogni passaggio. Un prodotto intelligente e perfettamente studiato. Le tastiere la fanno spesso da padrone fondendo il classico sound della band nella voce del nuovo venuto creando una bomba, le melodie sono quasi all'altezza di 'Excess All Areas', magari più mature e complesse, ma assolutamente affascinanti. Un nuovo corso per questa grandissima band, dimentichiamoci Mills (ad eccezione dei superbi Serpentine), e tributiamo una standing ovation per la sorpresa dell'anno!
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