SACRAL RAGE: Beyond Celestial Echoes
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23/10/2018Presentandosi sul precedente lavoro con un logo reminiscente dei Voivod, questi greci rilasciano subito una dichiarazione d'intenti. Questa va però intesa esclusivamente da un punto di vista delle ambizioni, perchè pur praticando lo stesso genere e attingendo qua e là al repertorio dei franco-canadesi (era 'Nothingface'), non sembrerebbero essere loro l'influenza predominante, ma piuttosto tutto il tecno-thrash dei tardi anni '80, entrambe le sponde dell'Atlantico. Cosi dopo una breve intro, ci troviamo di fronte ad un eccellente compendio del genere, tra riff in stile Annihilator della prima ora, Watchtower in particolare nel cantato, e i misconosciuti tedeschi Deathrow con il loro 'Deception Ignored'. I cambi di tempo non vengono lesinati, il chitarrismo si fa a tratti ubriancante, a volte (e qui il tocco si fa piu personale) persino classicheggiante. Nei lunghi brani di questo lavoro (spicca l´ultima traccia che sfiora il quarto d´ora) si alternano ampie e progressive parti strumentali con sezioni vocali di grande varietà. Nei momenti più dinamici il discorso si avvicina a quello dei contemporanei Vektor, pur rimanendo i Sacral Rage piu vicini al tecno-thrash più propriamente inteso, soprattutto da un punto di vista vocale. È proprio nel cantato che forse si può ravvisare l'unico punto debole di un lavoro sorprendentemente (se si guarda alla relativa poca notorietà del combo greco) tecnico, vario ed ambizioso: Dimitris K. sa interpretare i testi con padronanza e ricorrendo a piu registri, ma indulge fin troppo nell'uso del falsetto che, da essere uno degli elementi di una palette vocale ricca, diventa invece predominante e viene alla lunga a noia, almeno al sottoscritto. Si tratta comunque di un lavoro validissimo, consigliato ben oltre gli appassionati del genere, a chiunque voglia esplorare fin dove il thrash sia in grado di spingersi.
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