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REBELLION: ARISE - FROM GINNUGAGAP TO RAGNRÖK (THE HISTORY OF THE VIKINGS VOLUME III)

data

08/11/2009
78


Genere: Heavy
Etichetta: Massacre Records
Distro: Audioglobe
Anno: 2009

Siamo giunti alla conclusione dell'annunciata trilogia vichinga dei tedeschi Rebellion, ed è infine giunto il momento di tirare le somme. Innanzitutto è da subito evidente come, col trascorrere degli anni, il quintetto sia riuscito ad emanciparsi in maniera netta, pur se rispettosa, dai Grandi Padri Grave Digger: è vero che la matrice di fondo rimane quella, nè potrebbe essere altrimenti, vista la presenza in formazione di due elementi come Uwe Lulis e Tomi Göttlich (entrambi passati per le fila dello Scavatore di Tombe); ma è altrettanto vero che, con "Arise", i Rebellion definiscono un nuovo standard personale, un'acuta ed interessante fusione tra la matrice Heavy Power teutonica e le correnti recenti dell'Heavy Thrash americano. Nulla di trascendentale, certo, ma comunque un piatto saporito: "Arise" è un disco multicolore, che affianca pezzi più classicamente alla Grave Digger ad altri dalle forti connotazioni in stile ultimi Iced Earth, giocandosela in maniera sapiente per ricordare tanti (Sentenced compresi) ma non somigliare troppo a nessuno. Notevole lo sviluppo intrapreso dal vocalist Seifert, che pare voler abbassare ed incupire le sue vocal lines un po' di più ad ogni disco: sempre più cupo, sempre più cavernoso (senza con questo sconfinare nel growl), crea un'aria di esplosiva aggressività, di vissuti intensi, che conquista ed affascina sempre più. Anche il resto della band si scuote dalle proprie radici, e ne sono massima dimostrazione le tirate francamente Thrash 'Evil' e 'Loki', ma anche, e forse soprattutto, l'impressionante suite 'Thor': nove minuti di pezzo che spaziano dal lento alla cavalcata per poi concludersi nell'orchestrale, un brano di un'emotività elevatissima che conquista sempre più ad ogni ascolto, quasi commovente nelle sue parti più intense e che da solo riesce a rappresentare quasi tutto l'ampio spazio di movimento della band. La fine di una saga, ma anche un notevolissimo presupposto per il futuro di un gruppo che trova infine un posto tutto suo in una corrente ricca ed antica.

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