POWERWOLF: The Sacrament Of Sin
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11/09/2018In queste calde notti estive di plenilunio tornano a farci visita dopo il validissimo 'Blessed & Possessed' queste cinque creature un po' licantropi, un po' vampiri, capaci di deliziarci con il loro power metal a tratti un caciarone, ma dalla forte suggestione grazie all'inserimento di parti orchestrali che ci ricordano certa musica religiosa con testi un po' clericali, a tratti vampireschi, presenza di strofe e chorus in latino, frasi a doppo senso, e soprattutto tanta tanta ironia e voglia di divertire. 'The Sacrament Of Sin' ci ripresenta la band di Saarbrucken più o meno sulla falsariga dell'episodio precedente, ma forse migliore in termini di resa sonora, con un sound ancor più orchestrale anche se dall'impatto molto evidente, con l'ugola dall'impostazione baritonale di Attila Horn più che mai tirata a lucido, ed i musicisti che ne accompagnano le gesta anch'essi in uno stato di grazia. Pur mantenendo una certa linearità (e forse anche qualche punto di contatto con i Sabaton in eccesso), non possiamo non farci coinvolgere dalle atmosfere epiche, pompose e solenni già nell'iniziale "Fire & Forgive" che è solo l'antipasto di ciò che questa multinazionale tedesco-romena ci propone. "Demons Are a Girl's Best Friend" è il singolo da cui è stato realizzato il relativo video veramente da gustare, nel rispetto della loro tradizione. Ma i Powerwolf riescono anche a sorprenderci allontanando inopportune critiche avanzate dai loro detrattori che li accusano sempre di proporre sempre la solita minestra riscaldata: la crepuscolare ballad "Where The Wild Wolves Have Gone" si mostra piena di sentimento, "Stossgebet" (con l'utilizzo sia del tedesco che del latino), ci colpisce per l'uso particolare delle keys oppure di "Incense And Iron" dall'incedere folkeggiante mentre "Nightime Of Siberia" ci mostra i nostri in tenuta da guerra, evidenziata in particolare dall'avvincente chorus. Gli anni '80 si mostrano in tutto il loro splendore con la impareggiabile "Nighttime Rebel" che farà strage in sede live, così come la chirurgica title-track e la scheggia "Venom Of Venus"; con tutta sincerità non ce ne frega proprio un bel niente se tali brani possano apparire schematici. Obiettivo più che mai centrato da parte dei Powerwolf, che aspettiamo con trepidazione per la celebrazione delle loro particolari Sante Messe nei palchi di tutta Europa.
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