POETS TO THEIR BELOVED: EMBRACE THE FOOL
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17/11/2007Sarà capitato a molti di trovarsi tra le mani un disco di un certo genere - che sia gothic metal o power o qualsiasi altro - ascoltarlo e scoprire di trovarsi di fronte a un tipo di musica che non ha molto a che fare con quello che ci si aspettava. È il caso dei The Poets To Their Beloved, duo tedesco formato da Saskia e Marcel conosciutisi nel 2003 in occasione del workshop di Brendan Perry e rimasti fortemente in contatto dopo quell'incontro. Il 2005 è l'anno del loro primo demo e suonano assieme per la prima volta dal vivo, ma è nel 2006 che decidono di fare un passo in avanti, pubblicando su Myspace alcune canzoni di cui si accorge la label Equilibrium Music che li mette sotto contratto. Il loro primo full-lenght si intitola 'Embrace The Fool' ed è un disco molto particolare, che forse non tutti gli amanti del gothic apprezzeranno, ma del quale non si può discutere il valore. Qui non troverete chitarre heavy, batterie incalzanti o tastiere ispirate, gli strumenti protagonisti sono ben altri - in primis chitarra acustica e percussioni - anzi, alcuni possono anche sembrare inusuali ma sta proprio in questi termini la forza del loro sound, proponendo un'alternativa molto buona che si distingue da quello che tante band gothic affermate portano avanti. Ciò che manca nella loro musica è la sezione più pesante, più metal, prediligendo quella acustica - non a caso ho indicato acoustic/gothic nel genere - sicuramente più calma e riflessiva, ma senza rinunciare alle caratteristiche più tipiche del gothic, cioè le parti nostalgiche, oscure, tristi alle quali viene dato molto risalto. Basta ascoltare pezzi come "Embrace The Fool", "Love", "Ecstatic Dance" dal gusto molto folkloristico, la romantica "My Moments Of Tranquillity", "The Disillusioned Nihilist" e "Innate" per rendersi conto di ciò, melodie affascinanti e suggestive, dal sapore quasi magico, che a tratti sembrano evocare una terra lontana, incantata, l'Irlanda, dove entrambi si sono recati per allargare i loro orizzonti musicali e che è stata non solo il luogo dell'incontro, ma anche fonte di ispirazione significativa: il tutto condito da testi che spaziano da amori perduti a vecchi rituali, refrain incisivi e due voci molto belle che ora si alternano, ora cantano insieme. Questa è la prova che la musica possiede mille sfumature, che ad essa si possono apportare nuove influenze, non importa da dove esse venghano ma hanno l'importante compito di arricchire il linguaggio, di dare luogo a diverse possibilità di espressione, anche se a volte vuol dire deviare dai canoni del genere. Un disco da ascoltare, che vi consiglio se mi posso permettere, che non vi lascerà insoddisfatti dopo un primo ascolto. Poi sarete voi a decidere se dare un seguito...
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