PLACEBO: MEDS
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17/03/2006Cosa ci si potesse aspettare dai Placebo non lo sapevano nemmeno loro. Sono infatti di pochi mesi fa le dichiarazioni dell’androgino frontman Brian Molko che ammetteva con candida ingenuità che le iniziali intenzioni del trio erano quelle di incidere un disco fortemente indirizzato verso l’hip-hop (!). Sebbene apprezzi questo stile musicale, vedere i paladini del dark rock mainstream cantare in metrica su delle basi suburbane sarebbe stato decisamente triste, e quasi per smentire tutto ciò “Meds” è un album oscuro, malinconico, che straripa decadenza da tutti i pori, calcando la mano ancor più che in passato. Tralasciando certe scorribande puramente rock presenti nel precedente e validissimo “Sleeping With Ghosts”, i nostri si concentrano prevalentemente sull’emozionalità dell’ugola di Brian e delle melodie chitarristiche, sempre supportate da un ottimo lavoro tastieristico; la title-track che apre il lavoro, che vede come ospite vocale Vv dei The Kills (prima ospite illustre, visto che nella valida “Broken Promise” fa capolino Michael Stipe dei R.E.M.), è un biglietto da visita di livello non indifferente. Difficile trovare altre band che suonino come i Placebo, ora come ora, con la stessa classe e la stessa attitudine. I nostri si districano con abilità tra pezzi sofferti come “Follow The Cops Back Home” (magnifica) o “Pierrot The Clown” ad altri leggermente più movimentati come “Infra-Red” o il primo singolo “Song To Say Goodbye”, senza raggiungere i picchi della vecchia e trascinante “The Bitter End”, tuttora presenza giustamente fissa nei dj set dei più prestigiosi rock club. Ma ci saremmo trovati davanti ad una discordanza, e forse per una volta del pezzo che ‘tira’ ne facciamo volentieri a meno; per ora ci accontentiamo di essere sommersi da altri tipi di emozione, più intime e liquide. Chi ha il coraggio di lamentarsi?
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