OUT OF THIS WORLD: Out Of This World
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21/01/2022Li avete presenti i Kee Of Hearts, autori di un buon album nel 2017? Gli Out Of This World, monicker che rievoca antichi splendori, altro non sono che la band formata da quei due fuoriclasse a nome Tommy Heart e Kee Marcello, artisti che hanno dettato legge nel periodo tra la metà degli anni '80/inizi '90, ahimè travolti dagli tsunami grunge ed alternative. Ma il tempo ha reso loro giustizia grazie al sostegno della Atomic Fire Records che ha deciso di pubblicare il self titled album (già edito comunque l'estate scorsa per il mercato giapponese), un lavoro dall'elevatissimo spessore artistico a cui deve essere riconosciuto un contributo fondamentale anche al produttore Ron Nevison, quello dello splendido e sottovalutato 'Out Of This World' dei mitici Europe (album che vedeva proprio la presenza di Kee nella line-up). Il sound che ne viene fuori è un clamoroso mix tra Fair Warning, Van Halen e proprio Europe, quelli leggermente più ruvidi del periodo 'Prisoners in Paradise'. Gli Out Of This World mettono subito a segno un incredibile filotto, cinque brani tutti all'insegna dello spettacolo puro; la vanhaleniana opener aggraziata dal brillante uso delle tastiere (affidate a Don Airey!) sprigiona adrenalina a più non posso, nel singolone "Hanging On" la scuola scandinava si mischia a quella oltreoceano, roba da far resuscitare i morti. La prima delle due ballad, “In A Million Years” (brano criminalmente scartato da 'Prisoners In Paradise'), ricorda parecchio i lavori del compianto Zeno con la performance vocale di Tommy da far accapponare la pelle; “Lighting Up My Dark” mette insieme Van Halen e Fair Warning e l'energia scorre come un fiume in piena; maestosa "Staring At The Sun" che nell'incipit fa un po' il verso a "Message In A Bottle" dei Police per poi esplodere in un irrefrenabile e contagiosissimo refrain. "The Warrior" è un brano dai ritmi vertiginosi e con tracce di southern all'inizio con la strofa nuovamente alla Van Halen, colpisce la fluidità del tocco di Kee Marcello che ci regala un assolo coi controfiocchi. "Up To You" ci riporta in territori marcatamente Europe, davvero sembra di percepire la voce di Joey Tempest, ma l'interpretazione di Tommy è ancora una volta di altissimo livello. la successiva "Ain’t Gonna Let You Go" è più briosa e scanzonata con le tastiere in bella nostra, ed è nuovamente Tommy Heart ad incantarci e i cori che calzano a pennello nella seconda ballata "Only You Can Teach Me How To Love Again", davvero perfetta per i cuori infranti, mentre "Not Tonigh" all'insegna dell'AOR americano dal gusto malinconico è la degnissima chiusura di questa bellissima opera destinata a far parlare di sé per tanto tanto tempo. Un debutto che va al di sopra di qualsivoglia genere e sottogenere, qui trionfa la passione, la classe, la forza esecutiva, il gusto di due artisti non più di primissimo pelo, ma che hanno
ancora tanta voglia di fare e di stupire.
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