ONSLAUGHT: Generation Antichrist
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18/07/2020Ritrovarsi orfani dello screamer Sy Keeler, dopo le ottime release ‘Sound Of Violence’ e ‘VI’, è stato un duro colpo da assorbire per lo storico combo inglese. Ma questi incalliti thrasher hanno saputo giocare d’astuzia reclutando Dave Garnett, oltre ad un nuovo batterista (James Perry), ed una seconda chitarra ritmica (Wayne Dorman), ed è grazie al suo stile vocale che nel songwriting hanno apportato sfumature hardcore di ottima resa incattivendone il suono. Se l’ultimo tassello dei Testament non vi ha soddisfatto, ‘Generation Antichrist’ potrebbe fare al caso vostro, perchè in fatto di violenza sonora è un album che non teme confronti con altri. Un ritorno alle origini, ma con la consapevolezza di aver maturato tanta esperienza (l’esordio ‘Power From Hell’ è datato 1985), riversata in nove mazzate sui denti che faranno la gioia dei thrasher sparsi sul globo metallico. Anche la produzione di Daniel Bergstrand (al servizio per Dark Funeral, Meshuggah, Pain Of Salvation, SYL, In Flames, Dimmu Borgir ed altri ancora), rappresenta una benedizione, garantendo un suono snello, ma ricco di suoni, tutto a beneficio della velocità e potenza che gli Onslaught non si sono lesinati a scagliare senza risparmiarsi. Mentre le soliste alternano fraseggi parossistici ad altri più melodici, per un ottimo intreccio tra le chitarre ed i repentini stop and go che lasciano senza fiato, la mostruosa sezione ritmica si fa carico di un sorprendente lavoro per coesione e velocità. ‘Generation Antichrist’ è un treno in corsa che difficilmente troverà ostacoli nel suo percorso: tracce come "Strike Fast Strike Hard", "Bow Down To The Clowns", la title track, oltre alla terminale (in tutti i sensi…) "A Perfect Day To Die" trasmettono una ferocia rara da riscontrare anche tra gli act più affermati del thrash mondiale: 38’ da incorniciare!
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