NOVERIA: The Gates of the Underworld
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03/11/2023L'italico gruppo giunge, con questo 'The Gates of the Underworld', al quarto album in studio e lo fa alla grande, come suo solito. Dopo quattro anni dal precedente, ottimo, 'Aequilibrium' ecco che il silenzio (discografico) viene rotto da questa nuova release che ci riporta, in un attimo, a quello che ricordavamo dei Noveria: gagliardo power-prog, forte debitore verso lo stile dei Symphony X in termini di arrangiamenti maestosi e potenti ma capace anche di spiccare fra mille e più epigoni del combo americano in virtù di atmosfere sempre piuttosto umbratili eppur melodiche (che a tratti richiamano gli Evergrey) ed il cantato enfatico e travagliato del superbo Francesco Corigliano. Discorso a parte merita il lavoro svolto dietro le pelli da Davide Calabretta, con il suo drumming sempre vario e possente, in una sorta di profluvio incessante ed inarrestabile. Ma tutto il gruppo riesce ad elevarsi ben sopra la media in quanto a capacità tecniche, fornendo l'abbrivio alla poderosa "Grandeur" che caratterizza ogni loro brano, esaltata da un suono estrememante moderno. La qualità media dei singoli brani è più che buona trovando il proprio apice nei pezzi scelti come singoli, "Descent" episodio veloce ed evocativo oltre che impreziosito dall'ottima prestazione vocale di un sempre in forma Fabio Lione, "Ascent" caratterizzato da atmosfere mediorentali ed ariose melodie e "Overlord", scheggia power-prog, cupa ed arrabbiata con un riffing nervoso ma baciata da uno splendido ritornello capace di riportare un raggio di luce in mezzo ad un mare di disperazione. Niente di nuovo, insomma, sul versante Noveria: stessa grande musica come nelle precedenti prove, eccezionale maestria tecnica per ogni strumento (voce inclusa), bei testi, ottima produzione e belle canzoni. Questa potrebbe certamente essere l'occasione giusta per fare l'agognato balzo in avanti in termini di popolarità, in modo da uscire da uno stato di gruppo underground che va decisamente stretto ai Noveria; con l'augurio che la prossima uscita discografica avvenga in tempi molto più brevi rispetto ai loro standard, perché il ferro va battuto finché è caldo e sarebbe un vero peccato lasciarlo raffreddare.
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