NORTHER: TILL DEATH UNITES US

Quarto disco in quattro anni per i finlandesi Norther, più volte accusati (a torto) di essere niente più che una blanda copia dei Children Of Bodom. Se le influenze di Alexi Laiho e compagni sono sempre state massicce nel sound forgiato dai Norther, è innegabile che la band abbia saputo sviluppare piuttosto bene una propria personalità fin dall’ottimo debut album “Dreams Of Endless War”. Il precedente “Death Unlimited” aveva rappresentato, almeno per il sottoscritto, una palpabile delusione, rivelandosi un platter noioso, quasi del tutto privo di spunti e decisamente fiacco; fortunatamente l’ep “Solution 7”, risalente all’estate scorsa, faceva presagire un netto miglioramento che si concretizza del tutto con questo “Till Death Unites Us”. Abili nel miscelare le diverse influenze che avevano fatto capolino separate nel corso dei precedenti lavori, “Till Death Unites Us” inizia, come da copione, con una cannonata thrashy del calibro di “Throwing My Life Away”; già dal secondo brano è però evidente la versatilità della band di Petri Lindroos; non mancano i brani estremamente melodici, ricchi di passaggi di clean vocals (si veda la magnifica “Omen”) ma sempre dinamici ed entusiasmanti, alternati con sapienza a pezzi più veloci ed aggressivi, come l’autocelebrativa “Norther”, a mio avviso il migliore del lotto, “Evil Ladies” e “Fuck You”. Dunque un deciso passo in avanti e una decisa risalita dal mediocre “Death Unlimited”. I Norther hanno saputo rimettersi in carreggiata alla grande, e sebbene “Till Death Unites Us” non sia un disco perfetto la band ha tutto il diritto di reclamare un posto al sole nell’attuale scena metal internazionale, con merito.