NERO DI MARTE: DERIVAE
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13/11/2014I Nero di Marte rappresentano con purezza lo stato di band in perenne crescita e destinata a sorprendere continuamente. L'esordio ci aveva già folgorati con il suo impressionanente bagaglio progressivo ed estremo, ora 'Derivae' fa lo stesso, ma attraverso un'altra dimensione: meno aggressività, più intensità e disorientamento. Si estremizza meno a favore di scelte più ragionate, ma non per questo meno conivolgenti. Prossimi al post metal di Isis e Neurosis, ma con grande personalità, tale da renderli pù drammartici, nevrotici e liquidi con sempre quel tocco "grezzo" e greve che appartiene al background che si trascinano dietro fin dai tempi dei Murder Therapy, la band bolognese si lascia andare in scioltezza verso oscure derive spazio-temporali capaci di intrappolarti dentro vortici di materia gravitazionale prima, per lasciarti poi andare libero e frastornato tra gas e polveri di ammassi stellari sconosciuti dopo. Tutto questo grazie alle due chitarre che lavorano incessantemente dentro scatole armoniche ricolme di fluidi che si deformano ad ogni plettrata, e ad una sezione ritmica tentacolare che pare essere prodotta da due Reticuliani che suonano la batteria con la sola forza della mente. Il che significa che il divenire della musica dei Nero di Marte rappresenta al momento solo la tappa di un progetto più ampio che, per fortuna, fatichiamo ad inquadrare. Intanto 'Derivae' sta lasciando il segno, ci sta sagomando le giornate sotto forma di particelle di tempo senza-tempo, sta obnubilando le nostri notti ed i nostri sogni, gravita attorno alle nostre esistenze manipolando le nostre percezioni sensoriali. Condizione che, senza dubbio alcuno, ci piace da morire.
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