PRIMAL FEAR: DEVIL'S GROUND
data
03/02/2004Suonino le campane, sono tornati quei copioni scellerati dei Primal Fear! Già me le immagino le reazioni di tante persone, che disprezzano Scheepers e soci considerandoli una manica di scopiazzatori scolastici e derivativi dei Judas Priest e degli Accept, senza personalità e classe da vendere. Se devo essere sincero, seguo i Primal Fear dagli esordi e bisogna senza dubbio riconoscere loro onestà e perseveranza; non inventano nulla di nuovo, è vero, ma il loro lavoro lo fanno dannatamente bene e non capisco perchè criticarli per questo. "Devil's Ground" è, quindi, un album di classico heavy metal ricco di influenze priestiane, abbastanza ispirato e senza dubbio piacevole. Come da copione, non siamo di fronte a nulla di eccezionale, lo standard è quello a cui siamo abituati avendo a che fare con l'ensemble tedesco. Assolutamente di valore la tripletta iniziale, con l'opener "Metal Is Forever" a furoreggiare grazie a degli ottimi riff e un intermezzo solistico memorabile, che da solo vale metà dell'album. Ottime anche "Suicide And Mania", "Visions Of Fate" e l'aggressiva "Colony 13", pezzo che risulta tra i miei favoriti dell'intero lavoro insieme alla già citata "Metal Is Forever"; nella media gli altri brani, niente che faccia gridare al miracolo, ottima invece la produzione e la performance dei singoli membri che riescono a ritagliarsi ognuno il giusto spazio (in particolar modo il nuovo drummer Randy Black, decisamente più preciso e terremotante dello scialbo Klaus Sperling). Non sapete come ingannare l'attesa per il nuovo Judas Priest e siete stufi, per una volta, di ascoltare i soliti classici? Beh, allora fateci un pensierino a "Devil's Ground".
Commenti