NEAL SCHON: SO U
data
21/05/2014E' inutile presentare quest'uomo: una leggenda vivente che a 17 anni faceva parte della band di un certo Santana, che ha portato i Journey ad essere la band AOR per antonomasia, senza tralasciare i Bad English e gli Hardline di cui è stato l’artefice dei loro successi. Ritroviamo ora il nostro Neal con il suo nuovo disco solista, questa volta non strumentale, coadiuvato da altri due pezzi da novanta quali il fidato compagno Dean Castronovo, ed il mostro sacro al basso Marco Mendoza. Logicamente non ci aspettavamo un disco in stile Journey in quanto Schon, a ragione, nei suoi dischi solisti sperimenta a più non posso, e qui troviamo praticamente un po' di tutto, dall’hard rock più massiccio (con molta attitudine anni 70), al jazz, a qualche spruzzatina di funk. Disco che ci fa capire il livello tecnico e compositivo di un musicista che tutti dovrebbero portare come esempio in ambito musicale, con uno stile chitarristico davvero inconfondibile. Nota di merito, infine, ai due compagni di viagglio, specialmente a Castronovo che, con il suo timbro vocale, ci convince sempre di più (arrivera’ anche un suo disco solista?).
Commenti