DYVE: DUST OF AN AGE
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15/03/2005Band comasca questi Dyve, quartetto devoto al power americano e alle melodie di stampo classico in materia di metal continentale. Debuttano su Lucretia Records con nove brani grintosi e dall'andazzo ancorato ai gloriosi trascorsi della musica pesante, con punte di modernità grazie alla produzione pulita ed equilibrata, e ad alcuni aspetti tipici delle sonorita attuali che strizzano l'occhio alle sonorità melodico-decadenti degli ultimi tempi: oltre a un buon concentrato di potenza e rabbia che va per la maggiore lungo tutta la sua durata, Dust Of An Age è anche un disco che sfoggia melodie orecchiabili ma dal retrogusto sottilmente malinconico che ben si rispecchia nei testi che fanno dei sogni, della speranza, dei momenti andati per sempre e dei sentimenti che ne conseguono il motore principale della stesura delle liriche. Purtroppo non tutto funziona a dovere, e ci mancherebbe visto che ci troviamo davanti ad un esordio. Nonostante i nostri si mostrino tutti padroni dello strumento, manca quel pizzico di personalità in più che mi farebbe pensare a quanti meno rimandi possibili e, strettamente legata a questa, manca una certa maturità nello strutturare i brani, in alcune occasioni troppo lunghi come nel caso di Need For A Hold e The Strongest Of The Weak, senza badare troppo alle ripetizioni che affaticano i brani e le orecchie di chi ascolta. Certamente piccole correzzioni che potranno essere apportate solo col tempo, e che oggi, sulla base di quanto mostrato in questi 48 minuti, non pregiudicano un parere di per sè già abbastanza positivo.
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