NAD SYLVAN: The Regal Bastard
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24/07/2019L'adolescente ascoltatore di progressive rock anni '70 che c'è in me è stato piacevolmente sorpreso dell'ascolto dell'ultimo capitolo vampiresco del cantante e polistrumentista Nad Sylvan. Ho rivissuto le emozioni che questa musica, nella sua policromia, è in grado di trasmettere. Con un passato e un presente di tutto rispetto (vocalist per Steve Hackett per dirne una), il compositore ci accompagna attraverso canzoni dai toni pacati, ma che tengono alta l'attenzione. Citiamo in particolare l'opening track “I Am The Sea” (primo singolo estratto) in cui le strofe sono pervase da tastiere cupe e inquietanti per esplodere nel ritornello, con suoni molto aperti, che danno spazio alla melodia. Il legame dell’artista con le sonorità “progressive inglesi” degli anni ’70 è indiscutibile, ovviamente aggiornate ai nostri tempi. Durante l’ascolto si avvertono influenze classiche come Gentle Giant, in particolare nella seconda traccia “Oahu” per l’andamento quasi folkloristico, ma con l’utilizzo di sonorità moderne, Peter Gabriel soprattutto nella traccia “Meet Your Maker” dove anche il timbro vocale di Nad ci ricorda la “voce” del prog inglese; casualità, il bassista in questo pezzo è proprio Tony Levin spesso al fianco di Peter Gabriel. Grande prova anche per le vocalist che accompagnano l’artista per tutto l’album, in particolare Tania Doko. Curatissime le parti tastieristiche, quasi tutte eseguite da Nad stesso come del resto gli arrangiamenti, il mixaggio e la produzione. Album ricco di collaborazioni, vede anche la chitarra di Steve Hackett nel brano “Honey I’m Home”, brano dal ritmo terzinato, completamente strumentale, che chiude l’album; in questo pezzo ogni strumento gode di momenti solistici che si intrecciano in una fitta trama dolce, ma fiera ed incisiva. Sulla versione digipack – edizione speciale troviamo due Bonus Track, avulse dal racconto del concept, ma comunque ricche di carica emotiva; la prima “Diva Time” è una ballad malinconica dal sapore barocco co-scritta con il produttore Anders Wollbeck, invece la seconda, “The Lake Isle of Innisfree”, ci porta in paesaggi onirici cullati dalla voce di Nad accompagnata da chitarra acustica e archi. La voce solista di Nad riesce ad emozionare sempre sia nei brani di spicco dove si spinge nei toni più acuti che nei brani più intimi nei quali ci fa apprezzare note più gravi della sua vocalità. Malgrado il progressive sia spesso un genere prolisso, l’album scorre via senza appesantirsi mai, e senza dilungarsi in virtuosismi eccessivi. Un lavoro non solo per amanti del genere, ma per chi cerca musica per sognare e farsi rapire dalle molteplici emozioni che questo genere è in grado di emanare. Nad Sylvan sarà in tour per quasi tutto il 2019 assieme a Steve Hackett, il quale celebrerà i 40 anni di ‘Spectral Mornings’ e del classico dei Genesis ‘Selling England By The Pounds’.
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