MURMUR: Murmur
data
01/02/2014Definiscono il proprio suono come experimental black metal gli statunitensi Murmur, giunti al secondo album in studio. Onestamente di black metal ne abbiamo trovato quasi nulla in questo calderone di idee male assortite e probabilmente oltre le loro possibilità. In realtà ci troviamo di fronte ad un post rock/metal che va dai Russian Circle fino a perdersi nei meandri più infangati e psichedelici dello sludge metal, con un pizzico di Voivod di tanto in tanto. Ma per capire meglio la situazione dobbiamo partire dal fatto che questo nuovo omonimo lavoro è una sorta di concept, dove si esplorano le visioni provocate dall’uso degli oppiacei, assenzio, acidi e compagnia allucinata, la cui difficile trasposizione in musica risulta più intricata che intrigante, e senza dubbio noiosa e ripetitiva. Quello che ad un primo ascolto sembrava un disastro, col tempo è riuscito a svelare qualche momento interessante, ma siamo molto lontani da un risultato che possa far decollare il tutto. Purtroppo il cambiare in continuazione i tempi o al contrario ripetere ritmiche e riff fino all’esaurimento, ci fa solo piombare in una noia ammorbante, e se da una parte salviamo un lavoro di batteria comunque dinamico, dall’altra bocciamo il guitar work mai brillante o almeno un minimo coinvolgente. In un album qualsiasi la strumentale "Recuerdos" sarebbe un semplice e discreto brano ricco di pathos, ma qui arriva come acqua nel deserto a farci riprendere in mano l’ascolto dopo i primi confusionari 20 minuti. Per non parlare dell’accoppiata "King In Yellow" - "When Blood Leaves", due brani ai limiti dell’indecenza. Non facciamo neanche in tempo a dire quanto sia buona invece la conclusiva "Larks’ Tongues In Aspic, pt2", per poi scoprire che è una cover dei King Crimson, guarda caso.
Commenti