MORTICIAN: CHAINSAW DISMEMBERMENT
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24/08/2003Mortician: un nome diventato un cult nella musica estrema, un nome che o si ama o si schifa, la colonna sonora ideale mentre una motosega accarezza la pelle del malcapitato di turno, a questo equivale il monicker Mortician. Aspettando il nuovo lavoro "Darkest Day Of Horror" (dovrebbe uscire verso metà aprile) ho voluto rispolverare quello che oramai è il terzultimo album del duo newyorkese. Appena inserirete il cd nel lettore verrete subito martellati dall'inconfondibile sound della band, con i bassi portati quasi alla saturazione e il grugnito ultracatacombale del disumano Rahmer con in sottofondo una drum-machine portata all'esasperazione. I Mortician sono un gruppo che vuole rimanere grezzo e minimale, che vuole far capire a tutti l' attitudine di due "stronzi" che fin da piccoli armeggiavano con la motosega, un gruppo che non vuole essere innovativo a tutti i costi ma che comunque riesce a non annoiare (dote fondamentale per questo genere di "musica") e a far fare all'ascoltatore qualche grassa risata, condendo le canzoni con del sano humor nero. Essendo questi due pazzi americani dei grandissimi amanti dell'horror anche in quest'album troviamo dei sample presi da alcuni film horror\splatter\gore, tra quelli che sono riuscito a riconoscere spiccano "Zombie 2" del maestro Lucio Fulci (R.I.P) su "Island of the Dead", "Inferno" di Dario Argento su "Master Yenebarum", il sequel di "Venerdì 13" (chi non conosce Jason vada subito dietro alla lavagna) su "Camp Blood" e ovviamente, visto il titolo del cd, "Non aprite quella porta" di Tobe Hopper su "Chainsaw Dismemberment", tutti film di cui consiglio la visione se volete provare delle vere emozioni forti. L'album scorre via veloce, tra rallentamenti e accelerazioni spaccaossa, con una drum-machine portata a velocità pazzesche, ma attenzione, live il chitarrista Roger J. Beaujard lascia la chitarra ad un session-man e si sposta dietro le pelli eseguendo fedelmente, o quasi, le mazzate di rullante. Fidatevi se vi capiterà di vederlo dal vivo rimarrete esterefatti dalla velocità di questo mostro che, anche non avendo la tecnica di molti altri drummer, riesce a fare cose spaventose. Volevo far notare anche la bellissima copertina disegnata da Wes Benscoter che ha curato quasi tutte le copertine del gruppo e che, anche in questo caso, è riuscito a fare un ottimo lavoro.
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