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FLESHLESS: SENSUAL DEATH IMMITATION

data

25/02/2004
75


Genere: Brutal Grind
Etichetta: Obscene Prod.
Anno: 2003

"C'è del marcio in..." Repubblica Ceca, fa veramente impressione la quantità di gruppi con l'horror\gore nel cuore provenienti dalla terra della birra e delle belle fi... donne. Tra tutte però ne spiccano alcune che palesemente dimostrano di avere una marcia in più, è proprio a una di queste che mi rifaccio quando penso ai Fleshless, combo formato da una decina d'anni che mi aveva già piacevolamente colpito con i 3 precendenti full: "Grindgod", "Abhorrence of cadaveric" e "Nice To Eat You". Immaginatevi i Mortician con un tocco più tecnico\vario e con una vena più melodica e vi sarete avvicinati moltissimo alla proposta della band ceca, Brutal grind di razza, di quello che macina le ossa nelle parti più cadenzate e apre in due il cranio quando decide improvvisamente di andare a tavoletta (del cesso, è proprio il caso di dirlo). I nove pezzi che compongono "Sensual Death Immitation" strisciano a metà strada tra il tecnicismo del death americano e il "minimalismo" degli Impetigo, ed è proprio questo il punto di forza della band, canzoni come "Torture Me", "Scream Of Decapitated", "Surrounded By Hell", "Parasites", "Foetal Purulent" per citarne alcune sono un autentico mix di chitarre compresse, basso distorto e voce ultra gutturale che in alcuni passaggi sembra stia simulando il grugnito di un maiale al macello. Di buonissimo livello anche la produzione che giustamente fa risaltare la distorsione delle chitarre (quasi southern in alcuni tratti) e i (rin)tocchi di rullante ad opera dell'ottimo Vitys, che da "Nice to eat you" aveva preso il posto della drum-machine. Nessun arabeggiamento, 0 clean vocals, solo del sanissimo (oddio...) Brutal grind sorretto da un songwriting che nulla ha da invidiare ai maestri americani, e che conferma quello che ogni anno un festival come l'Obscene Extreme -organizzato appunto da Obscene Production (di cui Vladimir fa parte)- dimostra, ovvero che oltre ai soliti 3 o 4 nomi che continuano a vendere senza problemi anche quando registrano album sottotono c'è un sottobosco di gruppi che vale assolutamente la pena seguire. Probabilmente siamo di fronte al miglior lavoro dei Fleshless, senza ombra di dubbio è quello più "professionale", anche se per quanto riguarda l'artwork preferivo decisamente lo stile "fumettoso" dei lavori precedenti. Sono album come questo che continuano a mantenere in vita un genere da sempre lontano dalle "luci della ribalta" e, lasciatemelo dire, trattato spesso con sufficienza da gran parte della carta stampata, sopratutto qui in Italia.

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