MOONSPELL: Extinct
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14/03/2015Li avevamo lasciati, tre anni or sono, alle prese con un ambizioso quanto riuscito doppio album in cui i lusitani, capitanati dal sempre più carismatico Fernando Ribeiro, avevano voluto scindere gli aspetti opposti del proprio sound in due entità ben distinte: in 'Alpha Noir' scalpitava ed eruttava la natura più diretta e selvaggia, facendo risaltare maggiormente la tipica componente metallica ed estrema del combo, mentre l'animo più vellutato e melodico trovava terreno fertile nelle atmosfere dark di 'Omega White'. Ebbene oggi, col fiammeggiante nuovo 'Extinct', i Moonspell ci dimostrano di aver fatto tesoro di quell'esperimento regalandoci una manciata di brani praticamente perfetti e di un accattivante probabilmente solo sfiorato ma mai toccato in precedenza. Riprendendo gli intrecci ultra melodici proprio del sopra citato 'Omega White', Fernando & co. danno sfogo (e sfoggio) al proprio amore per il dark rock (The Sisters Of Mercy su tutti) tirando fuori dal cilindro dieci song che rappresentano la classica ed ambitissima quadratura del cerchio inseguita da ogni band: un disco solido e potente nei suoni, elegante ed attraente nelle orchestrazioni e negli arrangiamenti (sublime il flavor mediorientale che ammanta le prime tre composizioni in tracklist) e decadente quanto malinconico nelle marcate melodie soprattutto dei refrain, forse mai così catchy fino ad ora, ma ben lontane dalla mera commercialità da classifica. E su tutto, oggi più di ieri, si staglia il carisma vocale di un Fernando Ribeiro estremamente caldo ed ammaliante, così come rude e minaccioso all'occorrenza, a dimostrazione del fatto che, a dispetto del tempo che passa inesorabile, la classe ed il carisma sono ben lungi dll'essere eguagliati o superati. Ma nello specifico, direte voi? Beh, come non rimanere avvolti dalla splendida malinconia di "The Future Is Dark"? Così come inglobati dalle potenti spire di "Breathe (Until We Are No More)" e "A Dying Breed", oniricamente rapiti dal cabaret noir cantato in francese di "La Baphomette" o incantati dalla disarmante dolcezza di "Domina". Per non parlare, poi, dei veri picchi qualitativi ed emotivi rappresentati da "Funeral Bloom" e, soprattutto, "Extinct", veri e propri scrigni dorati che racchiudono tutto lo scibile musicale della band dai propri albori ad oggi. Inutile discuterne oltre: questi sono i Moonspell che ci piacciono, completi sotto ogni singolo punto di vista, ed 'Extinct' è, a nostro parere, il giusto termine di paragone per il gothic metal contemporaneo.
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Jan 6
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Rating:
igor
14/03/2015, 16:04
La copertina è orrenda
Frago
31/03/2015, 07:51
Discone con il marchio dei Moonspell su ogni pezzo. Sono ancora loro i migliori nel gothic rock. Scontenteranno i metallari? Pazienza.