MOONRISE: UNDER THE FLIGHT OF CROWS
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29/05/2011Disco di esordio per i nostrani Moonrise, band dedita a un sound interessante e non proprio immediato. Forti di un'ottima produzione (lo zampino della Punishment 18...) e di un songwriting da manuale, i nostri sfoderano sonorità dove vecchio e nuovo si incontrano in unico blend potente e tecnico, semplice e ostico allo stesso tempo. Le danze si aprono con una traccia omonima che rivela subito i cardini stilistici dei veneti, ossia un death melodico tecnico e scandinavo, con elementi innovativi in alcune scelte melodiche e tanta tradizione nei riff e nel mood generale. Quindi cogliamo le influenze di band come Neuraxis, ma soprattutto Anata, che si fanno sentire nei continui cambi di tempo, nell'armonizzazione generale e nei riff martellanti. A onor del vero ci sono riferimenti anche ai Carcass nei breakdown (o meglio, nelle chitarre ammothiane), ma in chiave moderna, se così possiamo dire. Le melodie qui non accarezzano, sono parte dell'assalto sonoro portato avanti dai riff martellanti e dal drumming micidiale. È per questo che sono essenziali, quasi approssimate, ma di una potenza insindacabile. La successiva "Dusk" ha un sapore più thrashy, ma negli stacchi e nei riff arpeggiati richiama alla mente i geni elvetici Coroner, la cui eredità si mischia alla carica moderna delle melodie e dei pesantissimi groove. Poi il thrash tecnico e violento di "Dressed By Our Dreams", la ripetitiva e scandinava "My Ruins" che insieme agli sbadigli cromatici di "The Time Of The Falling Leaves" è il momento peggiore di 'Under The Flight Of Crowes'. Per il resto ci si ripete abbastanza, fino al groove tellurico di "Save The Morning". Questo album non è di facile approccio perché manca sia l'elemento catchy e ruffiano, sia la trovata geniale capace di far sobbalzare l'ascoltatore. Contiamo sulla crescita artistica, affinché si possa rimediare a ciò. In ogni caso, un esordio invidiabile per una band emergente.
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