MONSTROSITY: The Passage Of Existence
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11/10/2018Ok, fermi tutti. Sul serio, fermi. I Monstrosity sono tornati. Dobbiamo ammetterlo, non siamo neutrali: se c’è una cosa che il sottoscritto non è mai riuscito a mandar giù è quanto questa band sia stata tanto sottovalutata negli anni, al confronto di colleghi molto meno dotati. La formula è sempre quella: riff complessi, ma non eccessivamente, mid tempo, ritmiche pesanti e groove in puro stile Florida ‘90. Ma quello che colpisce sono le melodie: gli axeman Mark English e Matt Barnes hanno fatto un lavoro eccellente, non c’è che dire, e questo lo si sente fin dall’inizio con “Cosmic Pandemia”. Gli oscurissimi mid tempo di “Kingdom Of Fire” e “The Proselygeist” bastano da soli a polverizzare l’ultimo dei Morbid Angel, con le melodie malevole (persino acustiche) e il bridge pesante, che spezza gli eccellenti riff accompagnati da stacchetti e cambi di tempo vari. “Radiated” è una bomba, come sottolinea la stessa parola, coi suoi riff e blast beat, mentre gli assoli della mazzata old school “Solar Vacuum” non può lasciare indifferenti, così come l’ottima “Malstrom”. A nostro parere sono le ultime due a non funzionare bene, soprattutto la conclusiva “Slaves To The Evermore”, coi suoi riff che si ripetono sempre ossessivamente lungo un pezzo fin troppo lungo, con un bridge che spacca in due il pezzo senza dir nulla di interessante. Ma poco male, questo è un album che spacca, un puro concentrato di death metal come si deve, in barba ai trend questa è pura sostanza, questi sono riff che spaccano, sono contro-tempi fighi e pura old school Floridiana, senza assolutamente risultare vecchia.
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