MINDFLOW: With Bare Hands
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15/03/2011Quarto album per la band Brasiliana e quarto centro. Si nota immediatamente una "commercializzazione" nella proposta, l'acquietamento della parte prettamente prog a favore della melodia e della modernità. Il talento di questi quattro ragazzi è indefessamente enorme, ma per loro stessa ammissione le regole di mercato e le richieste del pubblico vanno esaudite, il "piegarsi" a qualcosa di più semplice e lineare e preferire le armonie poco dissonanti non è costato poco, la cosa clamorosa è la piena riuscita dell'impresa: questo disco è a tratti favoloso. Danilo Hebert si scopre come grande interprete dell'hard rock melodico con la sua voce pulita e colma di colori, nonchè per l'ottima estensione dimostrata, ed è la sorpresa maggiore; anche la pronuncia è perfetta da puro californiano. Lo stesso Rodrigo Hidalgo con la sua sei corde non sta di certo fermo, preferisce a questo turno la cattiveria in alcuni frangenti ed il lirismo in altri al discapito della tecnica più pura. Solo tre brani di quest'opera potrebbero convincere il più becero e insensibile ascoltatore, il primo singolo e video "Break Me Out" con il suo incedere sofferente e l'apertura su un inciso da spaccare la testa a tratti molto modern metal; "Breakthrough" che è un mid-tempo eccellente con l'ariosità del grande brano quando parte e si mette a nudo dopo la strofa. La title track chiude quest'opera di convincimento, brano più potente, un attimo più complesso, ma al contempo straordinario, violento e pestato dove richiesto, melodico all'occorrenza. Ovvio che non è tutto qui, riminiscenze prog si sentono qua e là, ci sono brani naturalmente meno riusciti, ma questo disco rimane strano ma eccelso, viene gustato ancor di più se ascoltato più e più volte, cresce a poco a poco fino a sfociare nella mente dell'ascoltatore. Il progster più ostile ne sarà vinto, il metallico rockettaro sarà conquistato, dal vivo poi sono eccelsi, si vuole altro? Si, forse un appunto alla copertina, veramente orrida.
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