MECCA: Undeniable
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06/11/2011Dopo ben oltre un lustro dal debutto ritornano i Mecca, band oggi guidata da Joe e Joey - fantasia portami via - Vana, padre e figlio, alle prese con un AOR/melodic rock di evidente ispirazione ottantiana con i Toto sopra ogni altro act in quanto a riferimenti stilistici. 'Undeniable', quindi - più volte rimandata la sua uscita - pecca inevitabilmente di originalità, e fin qui poco da obiettare. Il fatto è che i brani non mordono, sono piatti, gli arrangiamenti non valorizzano per niente strutture di brani infintamente simili uno all'altro, e si fa presto a scadere nella scontatezza. Un brano come "Did It For Love", uno a caso, appena parte, ascoltandolo per la prima volta è già chiaro come andrà a svilupparsi, ed è facile anticipare il prossimo passaggio/melodia man mano che si procede con l'ascolto. Non che ci si metta di proposito, ma è assolutamente stancante ormai stare dietro a brani già ascoltati chissà quante volte, costruiti attorno alle solite linee melodiche, interpretati con la consueta apparente classe, ma con una passione tendente in maniera avvilante a qualla espressa da un frigorifero con la guarnizione della porta crepata. La produzione è quella Frontiers come da manuale, con i dovuti pro e gli effettivi contro, mentre rispetto all'esordio 'Undeniable' perde di vista per buona parte il fantasma dei Survivor - soprattutto nella sua seconda metà - addentrandosi in scenari più introspettivi, a tratti più westcoast, ma il risultato finale è quello di un disco plasticoso e con brani poco convincenti. Assolutamente migliore l'esordio che, comunque, non fa certo gridare al capolavoro.
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