MAYDAY PARADE: Black Lines
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19/10/2015Evidentemente i Mayday Parade sono legati emotivamente e sentimentalmente alla prima settimana di ottobre, visto che 'Black Lines' è il loro quarto disco consecutivo ad uscire in questo periodo dell'anno. Una sorta di appuntamento: ecco il nostro nuovo disco, e tra esattamente due anni ci rivediamo per il prossimo. E quasi come se fosse una storia a puntate, ogni album del combo di Tallahassee evidenzia una progressione artistica che in questo 'Black Lines' sfocia in un sound più maturo ed elaborato. E' probabile che se siete fan di melodie pop-punk dirette e easy-listening abbiate tolto i Mayday Parade dal radar già da un paio d'anni, visto che del sound della band di "Anywhere But Here" è rimasto ben poco. Sicuramente ha influito la scelta di affidarsi alla produzione di Mike Sapone, precedentemente al lavoro con Taking Back Sunday e Brand New, ovvero i gruppi che tornano più alla mente durante l'ascolto di questo nuovo album. Pezzi come l'iniziale "One Of Them Will Destroy The Other", "Underneath The Tide" e "Hollow" sono esplicativi in tal senso: tutt'altra roba rispetto alle classiche "Jamie All Over" e "Get Up". D'altronde stiamo parlando di un gruppo i cui membri sono sulla soglia dei 30 anni, è comprensibile la scelta di non fare più canzoni per teenagers da Warped Tour. Non che Derek Sanders e soci si siano scordati delle loro origini, badate bene: "Let's Be Honest" e "All On Me" sono chiare dimostrazioni che quando Derek Sanders e soci decidono di fare un salto nel loro passato, ci riescono alla grande. Ma parliamo di un paio di ottimi brani sparsi in un disco che non convince fino in fondo, quasi come se fosse un lavoro di transizione. Per sapere come continuerà la storia, ci tocchera aspettare la prima settimana di ottobre 2017.
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