PLIGHT RADIO: When Everything Burns Within
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09/06/2020Nove anni ci sono voluti prima che i Plight Radio, band formata da membri di realtà post-rock come Platonick Dive e Rayo Hormiga, pubblicassero il loro disco d'esordio. Reclutati nel roster di Antigony Records, label di punta del post-rock italiano, i Plight Radio condensano in poco più di mezz’ora tutto il loro credo verso questo sottogenere. In ‘When Everything Burns Within’ si trovano tutti gli elementi che contraddistinguono il post-rock: suoni languidi e liquidi, alternati a sferzate fatte di distorsioni chitarristiche, con un lavoro ritmico che accompagna lungo tutto il percorso i paesaggi sonori fatti dalla chitarra. Dopo l’iniziale “Overture” che con la sua quiete prepara il campo dell’album, questo prosegue con altri quattro brani medio-lunghi, la cui struttura si rivela essere piuttosto simile nel loro complesso. Un inizio molto sognante, dove Vittorio Milella pizzica con assoluta con un fare quasi ieratico e soffuso le corde della sua chitarra, e dove la ritmica fatta da Jonathan Nelli alla batteria e Daniele Montagnani al basso si adagia anch’essa su note tranquille, a cui poi fa spazio il luccicare sonoro sostenuto tipico del post-rock classico, con le distorsioni a farla da padrona e il suono della batteria che diventa più corposo e presente. Se dovessimo fare un paragonare, soprattutto nelle parti più tranquille si possono ricordare i Tides From Nebula di 'Safehaven'. Qualcuno con la puzza sotto al naso potrebbe dire, al primo ascolto, che è il solito, tradizionale, trito e ritrito post-rock. Peccato per lui che, dopo una serie di dovuti ascolti, il disco svela ogni volta spunti interessanti, facendolo gradualmente crescere per farsi poi apprezzare nella sua interezza. Si è comunque ben consci che il trio che forma i Plight Radio possa sapersi innovare con il passare del tempo, e mettere sul piatto delle soluzioni che possano anche soprenderci, in qualche modo. Per il momento, possiamo dire che è un sì, nonostante possa facilmente immergersi nel vasto calderone del post-rock e rischiare di perdersi qualora non facciano seguito brani all’altezza delle aspettative. Ma si è comunque fiduciosi.
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