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MATOS, ANDRE: TIME TO BE FREE

data

17/03/2008
76


Genere: Symphonyc Power/Prog Metal
Etichetta: SPV
Anno: 2008

Dopo aver raggiunto l'apice della sua cariera con gli Angra e dopo aver confermato le sue qualità con i meno fortunati Shaman Andre Matos ha deciso di starsene per conto suo, sfornando così il primo lavoro solista intitolato 'Time To Be Free'. A monte di questa decisione c'è la separazione con gli Shaman avvenuta nel 2006, dovuta a delle divergenze con il batterista Ricardo Confessori (anche lui ex-Angra), che ha portato anche all'allontamento dei fratelli Mariutti, rispettivamente Hugo alla chitarra e Luis al basso, i quali hanno ben pensato di seguire Andrè nella sua nuova avventura. A completare il set di musicisti al suo fianco vengono chiamati Andre Hernandez alla chitarra, uno dei primi chitarristi degli Angra, Fabio Riberio alle tastiere e l'appena sedicenne Eloy Casagrande, promettente batterista autore di una prestazione sbalorditiva per la sua età. Matos sceglie ovviamente la sua via più congeniale, quella del Power/Progressive Metal, nella quale si scorge sì un ritorno alla sonorità che hanno reso famoso il primo 'Angels Cry' ma anche l'influenza della variopinta esperienza con gli Shaman. Le sonorità più classiche vengono fuori in take come "Letting Go", introdotta da curate sinfonie di classica e dal taglio a là "Carry On", e "Looking Back", dal taglio semi-acustico con Matos in grande spolvero, mentre la faccia più moderna del singer brasiliano si fà sentirre ad esempio nel mid-tempo di "Face The End" e nella ritmata "Rio", nel cui finale la scelta di ripetere per ben un minuto il riff portante risulta un pò stucchevole. Stupiscono brani fuori dalle righe come "How Long (Unleashed Away)", di stampo tipicamente maideniano ma interpretato con grande attitudine, e "A New Moonlight", onirico riaddamento del "Chiaro Di Luna" di Beethowen. Il buon Andre farà la gioia dei suoi fans più profani. Un ritorno di qualità con un occhio volto al passato e uno al presente che, pur non dettando alcun nuovo mantra, ci fà assaporare nuovamente le potenzialità di Matos su brani antecedenti alla "nova era" degli Angra. Retroattivo.

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