MATANA ROBERTS: Coin Coin Chapter Four: Memphis
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26/08/2020Follia compositiva, caos noise, jazz, e totale libertà in note per Matana Roberts, progetto la cui collocazione è fantasticamente al di fuori da ogni possibile e razionale ragionamento. Stili in libertà, musica afro, folk, avantgarde nel senso più eccentrico del termine e jazz che va al di là di ogni possibile schema. Vi sono parti recitate, narrazioni in cui la voce diventa battito ritmico di pezzi poi asincroni, totalmente destrutturati e che fanno del vero e proprio rumorismo sonoro. COIN COIN Chapter Four: Memphis è al di là di semplicistiche classificazioni, anche quando si cerca di darne coordinate che poi, ecletticamente, scompaiono tra concetti di psichedelia, ambient e tribalità. Full-length geniale, certamente di non facile assimilazione e che rischia in più punti di deragliare in sofismi fini a sé stessi. Dopo molteplici ascolti ci siamo resi conto che ciò che, a sensazione, muove Matana Roberts non è la voglie di stupire o strafare, bensì una genuina e disinvolta attitudine anticonformista. Nessuna catena, armonia o dogma a cui dar conto, per un’artista che sa usare il sassofono con la stessa fluidità di John Zorn, con una voce dalle poliedriche tonalità, il tutto avvolgente ed emotivamente appagante, sotto ogni aspetto. Potremmo parlare di un gospel avanguardistico, jazz e tribale al contempo, una fusione di esperienze che Matana Roberts rende con femminile sensibilità, mostrando un carattere che va al di là delle catalogazioni giornalistiche. Disco da ascoltare tutto d’un fiato, senza darsi dei limiti e nemmeno senza restare incollati alle solite trame musicali.
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