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LIVA: REQUIEM

data

27/04/2006
83


Genere: Symphonic
Etichetta: Hardebaran
Anno: 2006

"Requiem" è un odei dischi più particolari che mi sia capitato di sentire. Magari non il massimo dell'originalità, ma quanto a particolarità ne ha da vendere. Innanzitutto, perchè è cantato in Latino (e tra l'altro, se la mia memoria non è del tutto arrugginita, anche un Latino più che dignitoso: ok, ci sarebbe qualcosina da obiettare - peraltro veramente poco - sulla pronuncia e sulla metrica, ma per quanto riguarda la grammatica e la sintassi andiamo veramente bene), e già questa mi sembra una cosa non proprio comunissima. Inoltre perchè la band mostra una versatilità stilistica non indifferente, considerato che si parte da un Heavy Thrash per spaziare attraverso spruzzi di Death, Power, Classic, Gothic. Sotto a tutte queste variazioni, la componente Symphonic fa da struttura collante per tenere insieme tutti i voli pindarici del gruppo. A questo punto direi che è evidente perchè io consideri estremamente particolare questo disco. La prima obiezione ad un disco che già di per sè non rappresenta un ascolto semplice, purtroppo, è un problema riscontrato abbastanza di frequente: la produzione (ed in effetti "Requiem" ha la giustificazione di essere un'autoproduzione, pubblicata in seguito da un'etichetta). Per quanto dignitosa essa sia, infatti, si poteva certamente auspicare un lavoro migliore, che desse più profondità ai suoni, soprattutto per quanto riguarda il notevole lavoro di archi e per le ritmiche, che risultano un po' piatte (a livello di suono; il livello tecnico e creativo è invece alquanto intrigante). In alcuni passaggi anche la voce tende a perdere parte del suo carisma, soprattutto quella maschile di Pier Carlo Liva; molto meglio la voce femminile, Catherine Elvira Chartier. Peccato per Liva, che si dimostra un ottimo vocalist, capace di rendere molto bene sia nel pulito che nel growl, e che avrebbe meritato un trattamento più consono alle sue qualità. Sembra quasi inutile dire che, al di là delle imperfezioni (legate più che altro, come si diceva, alla qualità della produzione), "Requiem" risulta essere un disco dalle atmosfere estremamente cariche e coinvolgenti: ascolto impegnativo, si diceva prima, ma estremamente valido ed intrigante. Consigliato agli amanti delle sonorità più malinconicamente cupe.

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