LETATLIN: LA SEPOLTURA DELLE FARFALLE
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23/05/2007Che disco difficile questo "La Sepoltura Delle Farfalle" dei romani Letatlin. In più di una occasione forzato, eccessivo. Complesso, è un corollario di sfumature che passano dalla ricerca sonora, alla wave, all'industrial. Una disco sperimentale a tutti gli effetti che non ne vuol sapere di imboccare, a ragione, strade ordinariamente battute, ma che a tratti diventa dispersivo rischiando di perdersi tra le sue stesse spire. Certo un disco affascinante che concentra in poco più di quaranta minuti una miriade di sfaccettature che impersona i più esasperati accenti dell'animo umano. Contemplazione e contaminazione. Anche sfumature gothic, e noise. Un continuo sussulto emotivo che cambia di traccia in traccia con la sua perenne vena claustrofobica. Un disco complesso che fa capo a Joy Division e Swans. Dai primi assorbe il malessere esistenziale, un turbamento mai domato; dai secondi una oscura, decadente, sperimentale teatralità. A volte affiora il senso inafferrabile di una evidente incompiutezza di fondo. Sembra un disco che vuole essere tutto e nulla allo stesso tempo, ma non fai neanche in tempo a chiedertelo che ti arriva un colpo come "Taiwan", ed un tarlo ti si annida nel cervello, e ti consuma a poco a poco. Un disco che andrebbe ascoltato molte volte per afferrarne il senso, ma per lo stesso motivo anche un disco pericoloso per l'equilibrio psichico. Un disco disturbante, faticoso da mandare giù. Una esperienza che lascia sicuramente qualcosa dentro, anche se diventa complicato capire dove comincia l'ispirazione, e dove finisce l'artefatto. Ma che importa. Non è fondamentale, invece, ascoltando un disco, quello che ti rimane dentro? Quello che ti resta appiccicato addosso?
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