LAST AUTUMN'S DREAM: II
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30/01/2005Orfani della spina dorsale che aveva dato vita all'album di debutto, tornano alla carica a distanza di un anno i Last Autumn's Dream del duo Malecek-Erlandsson, accompagnati questa volta da altri grandi nomi del panorama rock internazionale, più precisamente individuati nel keyboards-player dei Crystal Blue Thomas Lassar, e nella sezione ritmica dei grandi Talisman, facente capo ai meritevoli Marcel Jacob e Jamie Borger. Partiamo subito col dire che il secondo episodio della band è particolarmente differente dal proprio predecessore, e questo può essere ben messo in evidenza da una importante chiave di volta, forse tralasciata ed addirittura ignorata dalla schiera di tutti gli osservatori particolarmente disattenti: le due cover dei cd. La cover del disco di debutto, raffigurante una grande foglia ingiallita tipica della stagione autunnale, rappresentava in maniera assolutamente perfetta lo stile musicale profuso dalla band, ben identificato da melodie semplici ma dal sapore quasi filodrammatico, interpretate con convinzione da una voce pulita e limpida come quella di Erlandsson. Al contrario, l'immagine che fa capolino sul package di "II" è una stupenda ed affascinante rosa, forse un po' segnata dal tempo a causa della secca parvenza dei capillari, ma degno simbolo di un periodo ben più rigoglioso e brulicante di vita, quale può essere ad esempio la mite e dolce primavera. Proprio grazie a questa immagine è facile tradurre in parole lo stile musicale contenuto nel dischetto, il quale, nonostante si porti ancora appresso parte dell'amena e commovente tristezza del debutto, si getta in un universo molto più luminoso ed amichevole, il quale alla fin fine altro non può fare se non portare ad una notevole serie di conseguenze, positive da una parte e negative dall'altra. La maggior direttezza dei brani, infatti, li rende subito accessibili senza particolari difficoltà, ma finisce purtroppo per snaturare in parte il cuore e l'anima contenuti nell'album di debutto, fattore che aveva provveduto a renderlo sicuramente particolare. La voce di Erlandsson, tra l'altro, risulta qui leggermente diversa nel proprio approccio vocale, molto più rauco e "raschiato" rispetto alle limpide e pulite interpretazioni destate in precedenza. Traendo le conclusioni mi sento di giudicare questo "II" in maniera leggermente inferiore rispetto al sicuramente buon disco di debutto, senza comunque nulla togliere al valore generale del cd, il quale risulterà sicuramente valido ed accattivante per gran parte degli amanti del rock melodico ben suonato e dalla semplice capacità di intrattenimento. Mi sarei aspettato di più, ma va comunque bene così.
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