LAMB OF GOD: ASHES OF THE WAKE
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01/11/2005“Ashes Of The Wake” degli statunitensi Lamb Of God segue il successo (almeno in madrepatria) dell’ottimo “As The Palaces Burn”, vera bomba a orologeria di thrash moderno e hardcorizzato che fece numerose vittime tra l’affamata audience americana. Il platter in disamina, che può fregiarsi di un prestigioso deal con Sony/Epic, prosegue degnamente il discorso lasciato in sospeso con il disco precedente; i nostri cinque ragazzi non hanno la minima intenzione di rallentare o ammorbidire il proprio sound, ed è infatti una legnata come “Laid To Rest” ad aprire il lavoro. I riff macinati da Morton e Adler sono la giusta prole dei genitori Slayer/Pantera, sui quali Blythe ‘appoggia delicatamente’ la sua voce da cane ringhioso (credo si tratti di una delle poche ugole veramente estreme in circolazione). “Ashes Of The Wake” è una corsa continua, tra pezzi di puro sludging thrashcore (“Omerta”, che però non riesce a bissare la favolosa e commovente “Vigil”) e gli assalti thrash all’arma bianca di “Blood Of The Scribe” o “What I’ve Become”. Una menzione particolare la merita senza dubbio la title-track, pezzo interamente strumentale nel quale i due chitarristi della band duellano solisticamente con un paio di ospiti da niente come Chris Poland e Alex Skolnick, uscendone a testa alta. Se dovessero chiedermi ‘che tipo di album è “Ashes Of The Wake”, non esiterei a rispondere ‘uno di quelli coi coglioni’. Egregio specchio della band che lo ha composto ed eseguito, e che in silenzio ha saputo costruire una discografia di tutto rispetto. Bow down.
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