KISS: Unmasked
data
23/12/2010Un disco molto controverso, l'inizio della parabola discendente della band di New York, paradossalmente iniziata con l'hit "I Was Made For Lovin' You", un ottimo esempio di AOR primordiale, uno splendido concentrato di grandi canzoni. Troviamo il session man nonchè amico di Ace Frehley, Anton Fig alla batteria in sostituzione su tutti i brani dell'oramai bollito e intossicato Peter Criss; Holly Knight alle tastiere e Tom Harper al basso completano le registrazioni del primo singolo "Shandi", e Paul Stanley ed Ace Frehley si dividono le parti di basso lasciando a Gene Simmons solamente tre brani. La produzione è affidata ancora a Vini Poncia, maestro che ha creato il sound del predecessore 'Dynasty', e ci offre qui un buon lavoro, a volte magari un po' troppo patinato ed ovattato, ma pur sempre di altissimo livello. Si aprono le danze curiosamente con una cover di Gerard Mc Mahon, "Is That You", uno splendido esempio vocale di Paul Stanley che sia nel pre, sia nell'inciso fa sua la canzone, uno dei brani più hard dell'intero lotto. La sopracitata "Shandi" nonché primo singolo non fa il verso ad "I Was Made For Lovin' You", ma con le parti di acustica, l'aria semi-ballad e la possente voce di Paul la rendono unica, sicuramente fuori dagli schemi della band. Arriviamo al mattatore del disco, Ace Frehley, il quale, svegliatosi dal suo torpore, dopo aver debuttato alla voce in 'Shock Me' del 1978, si scatena con ben tre brani; il primo "Talk To Me" è bellissimo per il suo incedere, per il semplice riff portato all'infinito e la precisione dei cori nel ritornello, sugli scudi la scanzonata voce dell'uomo dello spazio. "Naked City" ci fa piombare nel Simmons Camp, è un brano però sontuoso, epico e struggente. Oltre alle raffinate liriche, la melodia la fa da padrona, pregevoli gli intrecci delle due chitarre e, ciliegina sulla torta, uno splendido assolo di Bob Kulick, noto per aver sostenuto un'audizione per la band durante i suoi albori. "What Makes The World Go 'Roud" e "Tomorrow" sono classici brani alla Stanley dove l'aggiunta di tastiere ammorbidiscono le ambizioni del riccioluto rocker, ma che trasformano in unico il prodotto, meglio comunque la seconda con il suo incedere dell'up-tempo ed l'inciso che entra diretto nella calotta cranica. "Two Sides Of The Coin" è di Frehley, ma forse un po' troppo commerciale, ha un attimo di meno mordente di "Talk To Me" pur mantenendo lo stampino caro all'asso del Bronx. "She's So European" e "You're All That I Want" sono belle composizione di Simmons, più rocckeggiante, scanzonata la prima con l'aggiunta di un solo di tastiere ad opera di Holly Knight, un'assoluta novità. "Easy As It Seems", con il suo intro di basso, cerca un po' troppo di fare il verso a "Sure Know Something" contenuta in 'Dynasty', a tratti anonima e, forse, il brano meno riuscito del disco. "Torpedo Girl" sembra assurda come struttura, ma i ripetuti ascolti la fanno apprezzare in tutte le sue sfumature, dal riff iptonico di Ace allo stesso cantato, unica nel suo genere. Un disco pienamente riuscito se si sa prendere dal verso giusto, la scena richiede un alleggerimento delle sonorità a favore di una migliore capacità compositiva, ed i nostri quattro eroi ci riescono al solito nel soprendere l'ascoltatore, nell'ammaliarlo e coccolarlo. Unico appunto, magari, è per la moltitudine di gente non accreditata che ha apportato le proprie capacità alla causa del Bacio, sarebbe stato curioso ascoltare questo prodotto se realmente suonato dai quattro membri originali. Di certo Peter Criss non ha tirato un colpo e neanche avrebbe potuto.
Commenti