Kiss: Music from the elder
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08/09/2010Uno dei dischi più discussi della storia dell'hard rock. Capolavoro o spazzatura? Di certo uno dei più grossi flop degli ultimi 20 anni. Il suo predecessore 'Unmasked' è un gran bel disco rovinato da una produzione troppo patinata, per questo 'The Elder' è stato richiamato alla consolle il fido Bob Ezrin che ha fatto la fortuna per popolarità raggiunta dalla band con 'Destroyer' nel '76, e li ha fatti riscoprire con 'Revenge' del '92. Di certo ci troviamo di fronte alla massima espressione artistica del duo Simmons/Stanley, i quali in questo periodo storico sono alla ricerca della conferma che, oltre ad essere degli assi dell'intrattenimento, possono scrivere anche loro il capolavoro definitivo. Si parla solamente del duo in quanto Ace Frehey, oltre ad essere rigorosamente in preda ai suoi vizi, è contrario alla linea del nuovo disco ed in lotta con il produttore che lo reputa mediocre come guitar-player. Eric Carr è il nuovo arrivato che a stento suonerà nel 70% del disco. Ma analizziamo meglio la musica considerando la vera scaletta voluta dalla band e non quella della casa discografica: si parte con la strumentale ed orchestrale "Fanfare", che ha un sapore epico-medioevale che introduce l'aria del disco fondendosi con la chitarra acustica e la voce di Paul Stanley in "Just A Boy", dolcissima ballad con un assolo dello stesso colmo di pathos. Si prosegue con "Odyssey" che segna il tripudio lirico di Stanley in un languido connubbio piano/orchestra con un atlro assolo di Paul che raggiunge l'estasi. Entra in gioco Gene Simmons e si cambia registro con la successiva "Only You" con riff taglienti e malinconici, così come la successiva "Under The Rose" che miscela chitarre acustiche ed elettriche con il riff scritto per l'occasione da Eric Carr. La successiva "Dark Light" è uno dei due pezzi scritti e suonati da da Ace Frehley nel disco. La canzone è sublime, puro hard rock anche se, nello stesso tempo, risulta essere un pesce fuor d'acqua dal contesto; grandissimo e degno di nota l'assolo. "A World Without Heroes" è uno dei due singoli, scritto da Stanley/Simmons e Lou Reed. Struggente lento con Simmons mai così ispirato e uno Stanley che esegue forse il più bel solo della storia dei Kiss. "The Oath" e l'altro singolo "I"z sono i pezzi più rock dl disco, bellissimi ed epici entrambi. "Mr. Blackwell" è un tentativo di replicare "God Of Thunder", ma il risultato non è dei migliori."Escape From The Island" è uno strumentale che fa emergere il potentissimo drumming di un giovane Eric Carr e che esalta un Ace Frehley che scomparirà su disco per i futuri sette anni. Avrete inteso che chi scrive ritiene un capolavoro questo disco adesso così come all'epoca della sua uscita. Qualsiasi rocker dovrebbe possederne una copia e meditare se odiare questa fatica oppure amarla, ma un ascolto è un imperativo.
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