KING KOBRA: Ready To Strike
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20/03/2017Arrivare sulla scena musicale dopo i passaggi degli uragani Quiet Riot, Ratt e Motley Crue voleva dire raccogliere solo le macerie. Per i King Kobra si è rivelato fatale arrivare un attimo dopo, seppure dotati di talento da vendere e capaci si scrivere un lotto di brani vincenti, non è bastata nemmeno la regia di Spencer Proffer (produsse ‘Metal Health’ dei Quiet Riot), per rendere accattivante il quintetto losangelino agli occhi di un’orda giovanile affamata di metal e nuovi eroi da idolatrare. Lasceranno comunque ai posteri un ottimo album di debutto che, ad oltre 30 anni dalla pubblicazione, scorre nel lettore che è un piacere, suonato e cantato divinamente, con un sound (egregia l’edizione remastered), ed uno stile che rappresenta la perfetta fotografia di ciò che fu il metal californiano nella prima metà degli anni ’80. Aprono e chiudono due tracce ("Ready To Strike" e "Piece Of The Rock") pensate per i canadesi Kick Axe, ma che nelle mani, o meglio, sotto le martellate di Appice (Vanilla Fudge, Cactus, Rod Steward, ecc.), e graffiate dall’ugola di Free non temono confronti. "Hunger", "Attention" e "Breakin’ Out" sono brani splendidi, ma idealmente affini ai tempi del redivivo Ozzy Osbourne, e non al nuovo suono che stava emergendo: Bon Jovi, Great White, oltre al terzetto sopra citato.
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