JACE: STOLEN SEASON
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02/03/2006Spesso rimango letteralmente stupito dalla notevole quantità di artisti che scelgono la strada dell'autoproduzione, decisione che comporta un notevole dispendio di energie da parte degli stessi, i quali si trovano ad occupandosi personalmente di affidare la distribuzione dei propri lavori a vari settori della rete di commercio, tra i quali spicca in particolare la rete internet. Tale cosa diventa ancora più stucchevole quando la qualità della musica proposta da tali artisti raggiunge picchi qualitativi particolarmente interessanti, elemento questo che porta molto a riflettere su quella che può essere considerata un'effettiva cecità di molte labels sparse per il globo, preoccupate sempre più spesso di arraffarsi i servigi dei grande nomi piuttosto che offrire una chance ad artisti emergenti di comunque provata qualità. I Jace, neanche a dirlo, appartengono proprio a questa ultima categoria, essendo infatti dei new comers nella scena musicale mondiale. La band, trainata dal frontman americano Jason Pawlak, singer, polistrumentista e compositore, dimostra già da questo primo capitolo in studio di possedere numerose frecce al proprio arco, prima tra tutte una buona padronanza nel songwriting. La proposta dei Jace si adagia su una miscela rock di chiara matrice melodica, la quale finisce per sconfinare spesso e volentieri in territori tipici dell'AOR più diretto e del pop più ruffiano, caratteristica già intravista ad esempio in parte all'interno di acts quali Bryan Adams, Stan Bush e Jamie Rowe. Ma non solo, perché l'intelligente opera di produzione, curata sempre dal positivo Jason, denota un'attenzione particolare nel rendere il sound del cd tanto melodico quanto odierno, senza mai sfociare eccessivamente nelle lande di chiara derivazione modern. "Stolen Reason", in conclusione, è un cd che consiglio vivamente agli amanti della melodia senza confini, un album che potrà catturare soprattutto l'attenzione degli amanti del sound dei Counting Crows nel loro lato più vivace, contaminato ovviamente dai tratti sonori tipici degli artisti di riferimento precedentemente citati. Pura e soffice melodia, che trova la sua massima espressione in perle del calibro di "The Edge Of Goodbye", "Should've Been You" e "Fine Line".
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