IRON FIRE: BLADE OF TRIUMPH
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31/07/2007Dalla Danimarca fanno il loro ritorno sulla scena gli Iron Fire, adornati di tutto punto con spade e scudi d’ordinanza ci presentano il loro quarto lavoro in studio intitolato “Blade Of Triumph”. Pur rimanendo stilisticamente sulla scia dell’Heavy/Power proposto in passato la band riesce a migliorarsi nel songwriting e cerca di proporre una maggiore, ma ancora limitata, personalizzazione dei pezzi. Sono ancora forti, anzi fortissime, le influenze di gruppi come Running Wild, Manowar ed Hammerfall che snaturano la proposta del combo di Martin Steene. Dunque ci troviamo di fronte a cose buone come una produzione di qualità, ad opera dal solito Tommy Hansen, una buona dose di tecnica e alcuni pezzi che, presi singolarmente, potrebbero funzionare. Ma d'altra parte anche a cose cattive come la piattezza della proposta degli Iron Fire che, nonostante sia in crescita, rimane nell’anonimato più totale proponendo ben pochi spunti di valida fattura. Si salvano dal “calderone inquisitorio” brani come l’opener “Dragonheart”, ma giusto per il suo tiro più easy, la riuscita “Follow The Sign” e la ballata “Legend Of The Magic Sword”, ben fatta ma portatrice di uno dei titoli più imbarazzanti di sempre. Mi lasciano piuttosto perplesso scelte come l'eccessiva e mal riuscita pacchianità di brani come "Steel Invaders" e "Bloodbath Of Knights" e l'operato di Martin Steene su “Gladiator’s Path”, che copia senza mezzi termini il più noto Eric Adams. Un passo in avanti per gli Iron Fire, che comunque di strada dimostrano di doverne fare ancora tanta. Una band “ancorata alle proprie origini” che fatica a dimostrare la propria personalità nascondendosi dietro all’operato di nomi più blasonati, non che gli si stia chiedendo di formare una nuova "core" da classifica, ma perlomeno di tentare di differenziarsi un minimo dai gruppi originari. Un disco che potrebbe venire apprezzato, con riserva, dai più affezionati del genere.
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