INGURGITATING OBLIVION: VOYAGE TOWARDS ABHORRENCE
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27/09/2005Unmatched Brutality è riuscita a stupirmi. Niente brutal death metal ultra gore à la "oltre alla sorella ti stupro anche la nonnina", questa volta grazie ai tedeschi Ingurgitating Oblivion si parla di Death Metal oscuro stile Morbid Angel, Immolation, Monstrosity e Incantation. Cercare solamente di avvicinarsi ai demoni di cui sopra è impresa ardua assai, ma i cinque tedeschi riescono ad uscirne quasi incolumi, qualche cicatrice c'è ma poteva andare decisamente peggio. Sono sincero quando dico che è stata una piacevole sorpresa ascoltare questo "Voyage Towards Abhorrence", primo full-length della band contenente tra l'altro i cinque pezzi facenti parte dell'MCD che precede appunto l'album in questione. "Spiralling Out Of The World" ci prende immediatamente per la manina accompagnandoci lungo le tenebre per un viaggio che ci porta indietro di qualche anno, più precisamente verso la prima metà degli anni '90, dove regnava quel sinistro death metal ad alto contenuto di zolfo ("Blessed are the sick" per intenderci). Peccato mortale credere che tutto il mio entusiasmo si riduca semplicemente a questo pezzo: "Veil Of Perception", "Nothingness" (Morbid Angel meets Suffocation), "Towards The Flickering Light" e "Waters Of Rebirth" sono altri quattro esempi di come si possa ancora suonare retrò riuscendo comunque a realizzare un album che lascia qualcosa già dopo un paio di ascolti, grazie ad un songwriting vario e non finalizzato al solo blast beat. "Towards The Flickering Light" è da manuale del Death Metal: tempi cadenzati accompagnati dalla furia dei battenti sulla cassa (Pete Sandoval ©) e a seguire l'immancabile accelerazione con armonico incorporato. La conclusiva "Imprecations" poi, dimostra che la band ci sa fare anche per quanto riguarda la solistica complice anche la collaborazione con Ulf Scheel dei Banished Reality, che ha curato la seconda parte dell' assolo. Un album puramente old school, a partire dalla produzione per arrivare al songwriting, niente che possa far gridare al miracolo questo è vero, ma in un anno in cui alcuni grandi nomi hanno toppato brutalmente (è proprio il caso di dirlo), ben venga un lavoro come "Voyage Towards Abhorrence", che si rivela un acquisto obbligato per gli amanti della vecchia scuola più sincera e coerente.
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