HOLY MOSES: STRENGTH, POWER, WILL, PASSION
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10/06/2005Era ora; era ora, che uscisse questo “Strength, Power, Will, Passion” degli Holy Moses, annunciato da tempo e seguito del deludente “Disorder Of The Order” che aveva fatto temere il peggio per il gruppo tedesco dopo il ritorno col mini “Master Of Disaster”. E’ un vero piacere constatare come la sempre affascinante Sabina Classen, alla veneranda età di 42 anni, riesca a tirare fuori dalle sue corde vocali urla e ruggiti al vetriolo (vedremo come se la caverà la Gossow passati gli ‘anta’…) degni della sua fama. La folle corsa degli Holy Moses inizia con un doppietta di tutto riguardo, che ci riporta agli antichi fasti di masterpiece quali “World Chaos” o “Finished With The Dogs” (senza contare "The New Machine Of Liechtenstein"), e non sono pochi i passaggi di “End Of Time” che ricordano la vecchia “Current Of Death”; una base sonora di puro thrash tedesco condito da ottimi assoli e dalla performance maiuscola di Sabina, che non sembra assolutamente accusare il peso degli anni sbattendosi dietro il microfono come la ragazzina incazzata degli eighties. C’è spazio per brani più cadenzati e altri più consoni al sound del quintetto (“I Will”, Sacred Crystals”, “Death Bells II” ), mentre l’unico ‘esperimento’, chiamiamolo così, rappresentato da “Space Clearing” si rivela fiacco e noioso, privo di mordente con i suoi arpeggi e tempi spezzati ai limiti dello snervante; deboluccia anche la traccia conclusiva “Say Goodbye”, intenzionalmente buona ma inficiata da una prolissità apparente piuttosto fastidiosa che tocca l’apice nel banale ritornello. Non fosse stato per i pochissimi filler che fanno capolino nel corso dell’ascolto, avremmo davanti un platter ai massimi livelli, anche se mi sembra palese che chiunque sia minimamente interessato ad una letale iniezione di thrash tedesco non potrà che far suo all’istante questo ritorno degli Holy Moses, band che si dimostra in perfetta forma dopo i recenti passi falsi che avevano fatto temere il peggio. E in epoca di reunion, nostalgie e cazzi vari, un disco come questo è proprio quello che ci serviva.
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