HINDER: All American Nightmare
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01/12/2010Portabandiera dell'hard rock statunitense, gli Hinder arrivano alla terza fatica discografica. Sono in tour perenne da tre anni, headliner nelle strapiene arene, insomma delle vere icone. Questo American Nightmare è forse la prova del nove: dopo il quarto posto nella classifica di Billboard, l'obiettivo è ovviamente la prima posizione. Se il precedente Take Me To The Limit era più incline verso l'hard rock anni '80, questa nuova fatica suona un attimo più moderna, la voce di Austin Winkler la fa sempre da padrona, o te ne innamori o la odi alla follia, però un certo cambiamento strutturale lo si avverte da subito. La titletrack, nonché primo singolo, necessita di parecchi ascolti, inizialmente appare un po' deludente per essere l'apripista ma alla lunga si fa apprezzare. Di certo è molto più catchy e molto più Leppard “Hey Ho“ (nulla a che vedere con i sette nani), la ballad “The Life“ ha tutto lo stampo Hinder, siamo al quinto pezzo e solamente qui si impongono prepotenti all'ascoltatore. Certo, prima eravamo passati per la mid tempo “What Ya Gonna Do“, bella e raffinata anche se un attimo distante dai loro canoni. Un po' banalotta “Red Tail Lights“, troppo Nickelback “Striptease“, “Everybody's Wrong“ li fa tornare sulla retta via intrapresa dei primi due dischi, si chiude poi con la scanzonata “Put The Record On“, piacevole per quell'aria a tratti southern a tratti marcatamente Hinder. Diciamo che siamo comunque di fronte ad un buon disco, ben strutturato ed intelligente, certo lontano da Take Me To The Limit, la sensazione di essere stati in tour con i sopracitati Nickelback oppure Papa Roach li abbia forse influenzati un po' troppo discostandoli da quel che in precedenza erano riusciti a creare, una sorta di marchio di fabbrica, un alone di originalità che qui sembra quasi svanito se non in alcuni momenti, troppo poco per la loro consacrazione definitiva.
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