SUNBOMB: Evil And Divine
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18/05/2021"Questo è il disco metal che avrei voluto scrivere quando avevo 17 anni!". Queste le parole di Tracii Guns nel presentare questo nuovo progetto Frontiers, un album fortemente voluto dal chitarrista e che mostra senza remore il suo lato più "heavy" e prettamente metal. Data la costante e progressiva "metallizzazione" dei suoi Stryper, inoltre, quale cantante migliore di Michael Sweet per dar voce e forma alle composizioni dell'axeman degli L.A. Guns? Detto, fatto! Undici tracce di metallo rovente, esaltate dall'estensione infinita del buon Michael, che vanno a pescare dal classic metal dei padri fondatori (Sabbath e Priest vitaminizzati in testa) ma anche dal doom più classico ed epico (vedasi "Take Me Away" o "Stronger Than Before", con Trouble e Candlemass tra le muse ispiratrici più evidenti). Il disco regala moderate soddisfazioni, mostrando un lato di Guns che incuriosisce, ed ovviamente è pane per i denti di ogni fan del cantante americano, autore di una prova autorevole e adeguata, anche se molto "dritta" e tirata come suo solito (un pò di "urla" in meno avrebbero giovato, a volte). È il songwriting di Guns, purtroppo, a non lasciare particolarmente il segno, senza deludere ma senza neanche mai esaltare più di tanto, con "Life", "Better End", "Been Said And Done" e "They Fought" tra i pezzi migliori, mentre "Born To Win", "Story Of The Blind" o la title track sono tra le più "piatterelle" e didascaliche del disco, che si attesta comunque su livelli sufficienti per tutta la sua durata. Album trascendentale? No, neanche da lontano, proprio. Un modesto disco di metallone classico senza pretesa alcuna, creato ed eseguito da due ottimi interpreti? Si, e se di questo vi accontentate, la vostra aspettativa sarà soddisfatta, in attesa di vedere, come per molti di questi progetti, se la cosa avrà mai un eventuale seguito. Io, personalmente, passo.
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